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L’amore tra Nilde Jotti e Togliatti in scena a Città della Pieve

L’amore tra Nilde Jotti e Togliatti in scena a Città della Pieve

«Quante tristezze in questo Paese distrutto! Ho visto troppe rovine oggi. Questo senso di morte mi fa sorgere un monte di dubbi nel cuore. Fino a quando mi amerai?»

Nilde Iotti

«Con tanta freschezza e impeto entrava il tuo sorriso nella mia vita che sembrava tutto rimuovere. Te l’ho detto una sera, come una striscia di sole in una stanza buia»

Palmiro Togliatti.Tog

“Nilde Iotti Palmiro Togliatti, una storia d’amore e politica”, sabato 1 marzo alla 21:00 va in scena al Teatro degli Avvalorati di Città della Pieve, sul palco il grande attore Omero Antonutti nel ruolo di Palmiro Togliatti, per la regia di Paolo Zuccari e adattamento di Anna Testa. Un evento quanto mai attuale arricchito della viva voce dei due politici grazie alle registrazioni concesse dalle Teche Rai e dall’Istituto Luce.

Due grandi figure della nostra storia, per alcuni aspetti anche controversi, ritornano oggi in scena a cinquant’anni dalla morte di Togliatti e a trentacinque anni dall’elezione della Iotti alla presidenza della Camera per difendere oggi come allora la Costituzione “nei suoi presupposti supremi e in nessun modo modificabili” dandone lettura in un finale emozionante sulle note di “Here’s to you” di Ennio Morricone.

L’incontro tra Nilde Iotti e Palmiro Togliatti avviene proprio tra i banchi della Costituente di cui hanno l’onore di fare parte insieme ad un terzo incomodo, la moglie di Togliatti, Rita Montagnana, compagna molto stimata all’interno del partito. Tra il luglio del 1946 e il ’47 si scambiano quaranta lettere mai spedite, una specie di diario parallelo venuto alla luce recentemente grazie al ritrovamento della figlia adottiva Marisa. Un documento straordinario raccolto nel fortunato libro di Luisa Lama che testimonia un ardore e una passione insospettabili, una relazione che negli anni ’40 diede scandalo osteggiata più che dalla moglie di Togliatti dal partito comunista. Lo scambio epistolare si arresta alle soglie della loro tanto desiderata convivenza nell’abbaino sopra botteghe oscure. Scorrendo su un doppio binario Nilde e Palmiro conducono lo spettatore di volta in volta ora tra le pieghe di un sentimento profondo e definitivo ora tra i banchi di Montecitorio in seno ad un dibattito non privo di contrasti tra i settantacinque costituenti chiamati al più alto compito, quello di scrivere la nuova Costituzione.

Nilde Iotti, che Togliatti chiama più famigliarmente Nina è l’unica donna a far parte della prima sottocommissione per gli articoli relativi “ai diritti e ai doveri dei cittadini”. Un incarico di grande prestigio in cui la giovanissima deputata reggiana è relatrice per la famiglia, una materia che per un gioco della sorte sembra riflettere il loro privato. Nilde combatterà con lo stesso piglio sia per il suo amore che per l’emancipazione delle donne mentre Togliatti spalleggiandola cercherà in tutti i modi di evitare lo scontro diretto con la Dc “per il bene dei lavoratori e del Paese”. Un vero e proprio colpo di scena lo vede protagonista con la votazione di quell’ articolo 7 – passato alla storia come il tradimento di Togliatti – con il quale costringe il partito comunista a sottoscrivere i Patti Lateranensi senza alcuna revisione costituzionale.

Non mancano pagine gustose come quelle da ascriversi all’on. Giovanni Leone che motiva così la sua contrarietà all’ingresso delle donne nella magistratura:

“… già l’allargamento del suffragio elettorale alle donne costituisce un primo passo…ma negli alti gradi della magistratura, dove bisogna arrivare alla rarefazione del tecnicismo è da ritenere che solo gli uomini possano mantenere quell’equilibrio di preparazione che più corrisponde per tradizione a queste funzioni!”

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