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Fine Scena Mai: dai laboratori al palco di Chiusi con i Teatri di Stagione

Fine Scena Mai: dai laboratori al palco di Chiusi con i Teatri di Stagione

Al Teatro Mascagni di Chiusi da tempo prendono vita i laboratori teatrali portati avanti dalla Fondazione Orizzonti d’Arte di Chiusi e dalla compagnia I Macchiati. Una collaborazione che in dieci anni ha dato vita a innumerevoli spettacoli e possibilità sia per i più piccoli, sia per coloro che si definiscono grandi.

In merito ai laboratori per adulti, quest’anno, con il primo modulo dei Teatri di Stagione, Alessandro Manzini è andato in scena con i suoi 21 allievi all’interno della stagione teatrale del Mascagni.

Ventuno adulti è un numero elevato, al di sopra delle aspettative per il periodo che stiamo e abbiamo vissuto, ma è anche un numero che a mio avviso deriva dalle scelta fatte in questi anni. I corsi della Fondazione sono sempre stati attivi e noi con loro: abbiamo realizzato progetti online, poi in presenza all’aperto e infine di modalità mista– dichiara Alessandro Manzini in merito ai laboratori – Così a ottobre 2021 oltre agli attori che seguono il corso da più di 4 anni se ne sono aggiunti altri, che hanno trovato un contesto accogliente e hanno fornito nuove energie, vitali per ogni gruppo di questo tipo; da subito si è creato il clima giusto per progettare insieme il nuovo spettacolo.”

Lo spettacolo si chiama “Fine scena mai-alla ricerca di un dietro le quinte che non c’è” ed è nato perdendo spunto dal saggio del sociologo Ervin Goffman. Alessandro Manzini lesse il testo ai tempi dell’università e da allora gli è rimasta la voglia di metterlo in scena e noi lo ringraziamo per averlo fatto.

“Fine scena mai” è uno spettacolo teatrale che si basa su un saggio sociologico e su una metafora drammaturgica: un bel cortocircuito. Lo spettacolo è ambientato in un ristorante con tre luoghi distinti: la sala, ovvero il luogo della messa in scena, la cucina che rappresenta il dietro le quinte dello staff e il bagno in cui i personaggi si confidano con il pubblico.

L’inizio dello spettacolo coincide con le preparazioni dello Shetland Hotel all’ora di cena: il tutto viene gestito dall’occhio vigile del maître che dà un’ultima occhiata ai tavoli, poi si dirige all’entrata: si va in scena. Da qui il pubblico si sistema sulle sue poltrone pensando di assistere all’ennesima commedia su odiosi commensali e incapaci camerieri, invece bastano pochi minuti per comprendere che coloro che recitano sanno di recitare e che l’unica differenza tra attori e spettatori dipende dal punto di vista.

Ma come si costruisce uno spettacolo con così tanti attori amatoriali in così poco tempo?
“Riguardo alla strutturazione dello spettacolo è bene dire che tutti i testi che produciamo sono scritti appositamente per gli allievi dei laboratori: l’obiettivo principale è fornire ad ognuno la possibilità di esprimersi, di superare le proprie difficoltà, di affrontare serenamente il palcoscenico assieme al resto del gruppo – risponde Alessandro Manzini – Per questo motivo nei nostri spettacoli non c’è mai un attore protagonista attorniato da comprimari: cerchiamo il più possibile di rendere protagonisti tutti i partecipanti. Per quanto riguarda il tempo invece dobbiamo dire che siamo riusciti a provare insieme solo negli ultimi 4 giorni, i contagi si stavano rialzando e noi fino ad allora abbiamo potuto solo lavorare in modalità mista: 10-12 persone in presenza e gli altri online. Fino a due anni fa avremmo ritenuto impossibile mettere in piedi uno spettacolo in queste condizioni, ora invece ci siamo abituati a essere molto più elastici e rivolti all’obbiettivo con ogni mezzo.”

“Fine scena mai” è solo uno dei frutti del duro lavoro che coloro che si occupano di teatro, ma in generale di arte, sono riusciti a creare nonostante le difficoltà. Alessandro Manzini e il gruppo di attori, insieme alla Fondazione Orizzonti, hanno portato sul palco del Teatro Mascagni una storia comica di una ricerca in un periodo in cui le domande sono sempre più delle risposte. Cosa cercano i personaggi su quel palco se non un dietro le quinte per essere se stessi insieme agli altri? Cercano un luogo sociale che non esiste o che forse si nasconde dove nessuno si aspetterebbe di trovarlo…

A volte il modo migliore di nascondere qualcosa è metterlo in scena e per questo i laboratori Teatri di Stagione della Fondazione Orizzonti d’Arte di Chiusi e dei Macchiati non si fermano.

Il secondo modulo del corso per adulti inizierà giovedì 3 marzo alle 21:30 con una lezione di prova aperta a tutti. Il laboratorio avrà una durata di 20 incontri e si concluderà con la messa in scena di uno spettacolo all’interno del Festival Orizzonti nel mese di agosto. Il corso è aperto a tutti e non è richiesta alcuna esperienza teatrale pregressa per partecipare.

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