Close
Close

Nessun prodotto nel carrello.

Tempi Moderni – Lavoro e Dintorni

Tempi Moderni – Lavoro e Dintorni

Tempi Moderni – Lavoro e Dintorni

Parte 1 – Siate pignoli. Selettivi (choosy non è la parola adatta, ed è stata usata già a sproposito in abbondanza). E leggete gli annunci di lavoro fino in fondo.

Una premessa doverosa, circa il motivo che mi ha spinto a scrivere questa mini-inchiesta a  puntate. Nasce da un’esperienza più o meno personale piuttosto recente, oserei dire recentissima. Anche io, come tanti, ho cercato lavoro, cercando di farlo con criterio. Sì, ho preferito scegliere un settore di mia competenza e interesse e non ho cercato ovunque, come mi diceva la stragrande maggioranza della gente in questo periodo. Cercare ovunque, mandando C.V. a casaccio, per dei lavori che non mi interessavano realmente e che preferivo lasciare a gente ben più in gamba di me, e che magari ha già avuto esperienze nell’ambito, non è la strategia corretta in questo periodo, secondo me. Anche perché, dei numerosi C.V. che ho mandato in giro, anche nel mio settore, credo siano stati letti mesi dopo, se sono stati letti. E questo perché? Perché i potenziali datori di lavoro si sono trovati subissati di centinaia o migliaia di C.V., di cui… Un 90% assolutamente non pertinente, ma neanche lontanamente. E quel 10% buono, finisce direttamente cestinato, a volte non viene neanche letto, perso nella marea di email giornaliere.

Ora, questa riflessione parte anche da un’esperienza opposta. Mi sono trovata a dover scrivere un annuncio di lavoro per conto di un’azienda alla ricerca di personale. La ricerca era ben mirata, con requisiti fondamentali e preferenziali e dei target di età e lavorativi ben precisi. Non era un lavoro da Premio Nobel della Fisica, ma neanche un lavoro che richiedeva “requisiti base” e nessuna esperienza nell’ambito. In pochissimi giorni, quasi 200 C.V. sono arrivati alla casella email. L’attenta scrematura ha avuto inizio subito, per evitare di trovarsi un migliaio di C.V. da leggere in breve tempo.

La selezione ha avuto esiti a dir poco sconfortanti. Il 90% dei C.V. era da buttare. Ma il “team di selezione” dell’azienda si è rifiutato di non leggerli o cestinarli direttamente (pessima abitudine di cui parleremo nelle prossime puntate, assieme al culto tutto italiano della non risposta alla corrispondenza). Sono stati letti, uno per uno, riflettendo e cercando di capire quali fossero quelli veramente pertinenti e potenzialmente adatti alla posizione vacante, “salvando” quelli non completamente pertinenti, ma che potevano andare come seconda scelta.

La primissima e immediata constatazione è stata la seguente: l’annuncio di lavoro non è stato letto fino in fondo dai candidati. Qualcuno forse ne ha letto qualche riga, saltando a piè pari i requisiti fondamentali – passi non leggere quelli preferenziali, ma saltare i fondamentali vuol dire proprio anche fare un invio a vuoto ed essere automaticamente eliminati, soprattutto se alla fine non si hanno quei requisiti imprescindibili; altri candidati, invece, non hanno neanche letto il luogo di lavoro, mandando C.V. proprio da un’altra regione (!). E in questo momento, si evitano e si sconsigliano trasferimenti azzardati e precari, per evitare danni economici da entrambe le parti, del candidato e del datore di lavoro, nel caso ci fosse qualche problema.

Che cosa comporta quest’attitudine – al di là di un’emotiva e comprensibile disperazione per la crisi in atto? In gran parte dei casi, che la ricerca è fatta senza un metodo e una logica. Spiace dirlo, ma se molti mandano C.V. senza prestare troppa attenzione, la conseguenza è che molti di noi non avranno il C.V. letto, o perlomeno preso minimamente in considerazione. In questo, però, c’è da dirlo, non aiutano affatto i siti web dedicati alla ricerca di lavoro, in quanto hanno, nella maggior parte dei casi, dei pessimi filtri di ricerca, per non parlare dei servizi di newsletter, che molto spesso intasano la casella di email inutili, senza neanche un’offerta di lavoro che corrisponde ai criteri impostati dall’utente – per esempio, avevo messo nei criteri di ricerca “ufficio stampa”, mi è arrivato di tutto: dalla ricerca di addetti alle pulizie, ad operai addetti al confezionamento e così via. Ma perché non migliorare questi servizi, visto che sono posizioni che senza dubbio vengono ricercate da gente che esperienza nell’ambito ce l’ha ed è molto più competente di me, e sa da che parte iniziare? Un consiglio che si vuole avanzare in quest’articolo è proprio questo: di essere selettivi e mandare le proprie candidature in maniera mirata ed efficace, con vantaggi per tutti e sotto tutti i punti di vista. Tutti noi abbiamo uno, due settori di competenza, anche tre. Diciamoci la verità: un lavoro che non interessa davvero, non è destinato a durare molto. Con conseguenti danni per tutti: che il candidato poi lascia il posto di lavoro (“perché non era quello che cercavo”, “perché ho trovato di meglio”, ci sono varie motivazioni più o meno plausibili), che i datori di lavoro devono rimettersi in cerca di personale, devono ricevere un’altra ondata di C.V. del tutto simile alla prima – o più furbamente, possono tenere i C.V. buoni della prima selezione, ma anche di questo ne parleremo nella prossimamente – con il rischio sempre più alto di non trovare veramente una persona che possiede i requisiti fondamentali e una figura che vuole rimanere e crescere ulteriormente, con un conseguente calo della qualità del lavoro. Senza contare le trafile burocratiche e il tempo impiegato dal personale esperto nel formare un nuovo arrivato. Aspetti che si moltiplicano e si ripetono se il personale neo-assunto se ne va via poco dopo. È un circolo vizioso che alla fine, logora tutti: dal datore di lavoro, che finisce anche per non concedere contratti duraturi, ai candidati, che si appoggiano a queste posizioni sempre più precarie e non sanno bene dove sbattere la testa per trovare un lavoro solido e che dia un minimo di soddisfazione personale.

Essere selettivi nella ricerca di lavoro è faticoso. Non raccontiamo bugie, è faticoso, ma è uno sforzo che va fatto per uscirne qualitativamente da quest’impasse. È un lavoro certosino, che magari ci porta via parecchio tempo nel filtrare accuratamente, personalmente e manualmente gli annunci di lavoro che troviamo sul web, ma dà soddisfazioni quando si riceve una (rara) risposta da parte delle aziende, che notano il buon C.V. in linea con quanto richiesto. È faticoso leggere una massiccia quantità di annunci, ma ci si deve sforzare di farlo fino in fondo. (Dall’altro lato, parleremo anche di come scrivere un annuncio di lavoro efficace, dato che di casi deliranti e scoraggianti, ne è pieno il web). Non vorrete avere la sorpresa spiacevole di essere chiamati a un colloquio di lavoro a Roma… E voi siete di Milano, ma questo perché vi è sfuggita la sede di lavoro? Non vi piacerebbe essere chiamati per un colloquio in cui si cerca una segretaria per il reparto contabile e voi siete grafici, giusto? Forse sarà esagerato, ma essere selettivi, aiuta noi tanto quanto gli altri candidati in cerca di lavoro. Meno invii, ma più efficaci. E forse, le possibilità di trovare un lavoro soddisfacente in “meno tempo” potrebbero aumentare per tutti.

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

Close