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Breve storia della Valdichiana – Terza Parte

Breve storia della Valdichiana – Terza Parte

Terzo appuntamento con la rubrica dedicata alla storia della Valdichiana attraverso un racconto in più parti alla scoperta delle radici del nostro territorio. Se vi siete persi le prime parti, rinfrescatevi la memoria prima di proseguire con la lettura!

Valdichiana – La Bonifica

Altri interventi di scavo del Canale Maestro furono eseguiti tra l’Arno e i Ponti di Arezzo sino agli inizi dell’Età moderna ma rimanevano ancora sommersi dalle acque della palude circa settemila ettari da Pieve al Toppo a Carnaiola di Fabro.

Nei primi decenni del 1500, la famiglia Medici di Firenze riuscì ad eleggere al soglio pontificio due Papi e alcuni Cardinali intraprendendo una operazione imprenditoriale di bonifica idraulica della Valle che spaziava sia sui territori Umbri sia su quelli Toscani ed in più nel 1557 con la caduta della Repubblica di Siena riuscì a riunire tutto il territorio Toscano sotto il Granducato Mediceo.

Ristabilito poi il governo del territorio a livello regionale, i Medici, illustri promotori rinascimentali, conferirono agli scienziati del tempo, primo fra tutti Leonardo da Vinci , lo studio della bonifica della Valdichiana; dal 1525 in poi, stipularono un contratto di migliorìa fondiaria con tutte le comunità della valle interessate dall’impaludamento dei loro territori, portata susseguentemente a compimento dai Granduchi Lorenesi, dove si diceva che per ogni staiora di terreno bonificato la comunità avrebbe ricevuto annualmente uno staio di grano mentre i terreni passavano in proprietà della Famiglia Fiorentina.
La scelta progettuale adottata fu quella di invertire la pendenza delle valle da Chiusi verso Arezzo rialzando il terreno con la tecnica della “bonifica per colmata” conducendo così le sue acque nel fiume Arno.
Da Città della Pieve a Fabro, trattandosi di territorio dello Stato Pontificio, della bonifica per colmata se ne occuparono i Pontefici Romani che si succedettero i quali continuarono a condurre le acque al fiume Tevere.

Sul finire del 1500, l’alluvione del 24 dicembre 1598 su Roma contemporaneamente all’avvento del Pontefice Clemente VIII dissidente con la Famiglia Medici, trasformarono le operazioni di bonifica sul territorio a confine tra lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana in una vera e propria “guerra delle acque”. Furono rialzati e potenziati: l’argine-diga del Muro Grosso, realizzato il Bastione di Clemente VIII tra Poggio Cavalieri e le colline di Cetona e dell’argine diga con cateratte del Buterone connesso tra Poggio dei Cavalieri e le colline di Città della Pieve. La Valle subì di nuovo un desolante ed esteso impaludamento vanificando tutto quello che era stato fatto in 50 anni.

Su richiesta delle popolazioni della Valle, le Corti dei due Stati iniziarono a dialogare: dal 1600 al 1780 stipularono quattro concordati ove si articolarono le modalità tecniche del come e dove condurre fiumi e torrenti dei territori di confine appartenenti alle comunità di Cetona, Chiusi, Città della Pieve e Castiglione del Lago.

Con il concordato del 1780, firmato dal granduca Pietro Leopoldo e dal Papa Pio VI, fu definitivamente stabilita la realizzazione tra Chiusi e Moiano di Città della Pieve dell’Argine di Separazione delle due valli dando così origine, come lo sono attualmente, alla Valdichiana Toscana e alla Valdichiana Romana oggi Umbra.

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