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Il Festival Orizzonti e il coraggio di investire in cultura

Il Festival Orizzonti e il coraggio di investire in cultura

Il Festival Orizzonti si è chiuso da una settimana, e ancora Chiusi commenta con soddisfazione i risultati di quella che è stata la prima edizione di un nuovo corso. Il successo di critica e di pubblico sembra infatti favorire un festival ambizioso, dedicato alle arti perfomative e alla creatività, in cui si mischiano sapientemente teatro, opera, danza spettacoli musicali e intrattenimento. E da quest’anno il Festival Orizzonti sembra ancora più proiettato verso il futuro, grazie a scelte coraggiose di respiro nazionale e internazionale, coproduzioni interessanti e attenzione per la creatività artistica del territorio.

festival orizzonti cultura 3Non sta certo a me commentare il Festival Orizzonti 2014: sia perché le mie competenze di critico artistico non sono sufficienti, sia perchè Tommaso Ghezzi ha già scritto, a mio avviso, il miglior reportage per La Valdichiana che si potesse sperare. Tuttavia, alcune parole devono essere spese per una riflessione più ampia, che riguarda l’importanza di investire in cultura come strumento per lo sviluppo sociale ed economico di un territorio, come motore per la crescita di una comunità.

Perchè la cultura non può limitarsi allo spettacolo teatrale, al quadro, al libro, alla mostra d’arte. Non può limitarsi ai prodotti che circolano nell’economia della cultura e che vengono istituzionalizzati nei “Beni culturali”. Cultura è anche usi, costumi, tradizioni, modi di vivere e di guardare il mondo, legami sociali e forme di convivenza. Cultura è, innanzitutto, vita: e investire in cultura significa investire nel benessere e nello sviluppo dell’intera comunità.

Ci vuole coraggio a investire in cultura. Non è semplice, perchè è difficile quantificare l’investimento. Il tanto amato e odiato “ROI”, che misura l’efficienza economica e il ritorno del capitale investito, tanto caro all’economia, è difficile da applicarsi in contesti culturali. Misurare con esattezza il ritorno economico di una mostra d’arte, di una manifestazione folcloristica o della pubblicazione di un volume storico, il valore che questi prodotti culturali hanno per la società a cui si riferiscono e per la comunità di riferimento, è quasi impossibile. Eppure è ciò che ci fa crescere, che unisce i nostri legami, che rende la vita degna di essere vissuta. Un po’ come il famoso discorso di Bob Kennedy sul PIL e sul benessere.

In fin dei conti, è proprio il valore culturale ad accrescere il valore economico. Come il concerto per organo di Alessandro Manara alla Cattedrale di San Secondiano, nell’ultima giornata del Festival Orizzonti: una splendida esibizione che ha arricchito un luogo già prezioso. Anche una chiesa non sarebbe nient’altro che un edificio senz’anima, se non vi fosse la cultura a darle valore: in questo caso la religione, ma vale per ogni altro elemento che caratterizza la vita di una comunità.

festival orizzonti cultura 2E non è un caso che il Festival Orizzonti si sia sviluppato a Chiusi, non è un caso che il Cantiere Internazionale d’Arte e tante altre iniziative di investimento coraggioso in cultura si trovino proprio in Valdichiana, la periferia a volte bistrattata della provincia di Siena. Anche la periferia può essere creativa, l’innovazione può avvenire ovunque. L’antica dicotomia tra città e provincia si trova in difficoltà in un mondo sempre più digitale e interconnesso, in cui ogni punto può diventare il nodo di una rete e non soltanto una linea di passaggio; non è la città a creare cultura e a diffonderla nel resto della provincia, lasciando le briciole ai territori. Innovazione e creatività possono avvenire ovunque vi sia il coraggio e la volontà di perseguirli.

Sono convinto che la Valdichiana possa diventare un importante laboratorio di cultura, creatività e innovazione, fintanto che le sue istituzioni e le sue eccellenze riescono a fare rete e a ragionare come un’area vasta. Perchè non è sufficiente porre un marchio di candidatura per diventare laboratorio culturale,  non è sufficiente una strategia di comunicazione se non c’è sostanza, non è sufficiente svuotare i territori di periferia per riempire la città. Ma il Festival Orizzonti di Chiusi e tutti coloro che hanno il coraggio di investire in cultura si rendono conto che il ritorno dell’investimento è il benessere della comunità, non soltanto dal punto di vista economico, ma anche di tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta.

PS: racconti, immagini ed emozioni dal Festival Orizzonti, direttamente da Storify

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