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Il Bruscello Poliziano: intervista alla Compagnia Popolare

Il Bruscello Poliziano: intervista alla Compagnia Popolare

Parlare di Bruscello, a Montepulciano, sembra quasi scontato: una manifestazione storica, giunta quest’anno all’edizione numero 77, potrebbe non avere nulla di nuovo da dire. Eppure, quello che ho trovato più interessante, quando abbiamo cominciato a collaborare con la Compagnia Popolare del Bruscello, è capire come abbia fatto questa manifestazione a rinnovarsi per così tanti anni, coinvolgendo persone di diverse generazioni, quali cambiamenti abbia dovuto affrontare e come possa avvicinare sempre nuovi “bruscellanti”.

La Compagnia Popolare del Bruscello cura l’edizione del Bruscello Poliziano, che va in scena nei giorni di Ferragosto nella splendida cornice di Piazza Grande a Montepulciano. Una tradizione che si rinnova da 77 anni e a cui partecipano decine di attori e cantanti dilettanti, con l’accompagnamento dell’orchestra, offrendo uno spettacolo unico al pubblico. Perché quella del Bruscello è una tradizione che affonda le sue radici nell’antica forma di teatro popolare che si svolgeva nelle aie e nelle campagne, interpretato dai contadini sulle arie di componimenti famosi o leggende popolari. Nella sua forma attuale il Bruscello Poliziano ha cambiato alcune delle sue strutture musicali e artistiche per venire incontro alle esigenze del pubblico, mantenendo però la sua natura di teatro popolare.

Quella del Bruscello Poliziano è, infatti, una Compagnia Popolare: non siamo di fronte ad attori esperti, né necessariamente ad attori in fase di formazione. Parliamo di dilettanti che interpretano con impegno e passione un ruolo, migliorando le proprie prestazioni artistiche con il passare degli anni, ma inserendosi nel solco di una grande tradizione che è popolare sia nel coinvolgimento di chi interpreta il Bruscello, sia nel coinvolgimento di chi ne usufruisce come spettatore nei giorni di Ferragosto in Piazza Grande. È proprio questa sua particolare natura di teatro popolare, capace di rinnovarsi generazione dopo generazione, che ha suscitato la nostra curiosità. Perché il Bruscello Poliziano è stato capace di arrivare all’edizione numero 77, uno degli eventi più importanti nel cartellone dell’offerta culturale e artistica di Montepulciano, ma senza perdere il contatto con le origini contadine e popolari, e soprattutto riuscendo a coinvolgere continuamente la popolazione poliziana.

alessio dino e franco

Per capire meglio come si diventa “bruscellante” abbiamo intervistato tre membri della Compagnia Popolare del Bruscello, prendendo spunto dalle loro esperienze e dalle loro emozioni per spiegare tutto ciò che si trova dietro la facciata della manifestazione e i motivi che spingono queste persone a perpetuare la tradizione. Alcuni sono bruscellanti da una vita, altri da pochi giorni; alcuni cantano nel coro, altri come solisti. Tutti hanno un ruolo all’interno della Compagnia Popolare, e tutti i nuovi membri possono trovare spazio: quel che più conta, tuttavia, è trovarsi bene insieme e vivere una bella esperienza.

La storia di Dino Protasi potrebbe sembrare una classica storia da bruscellante: 81 anni, una vita dentro la Compagnia Popolare, ancora un corista appassionato. Il suo primo Bruscello è stato nel 1947, quando veniva rappresentata “Santa Margherita da Cortona” e lui era solo un bambino. La passione per il Bruscello è venuta dalla famiglia, perché suo padre Gervasio è stato uno dei fondatori della Compagnia Popolare e l’ha sempre portato alle rappresentazioni estive in Piazza Grande.

Dino abita in centro a Montepulciano, quindi possiamo considerarlo un poliziano DOC: in famiglia sono in tre, tutti e tre bruscellanti. Canta nel coro, aiuta il direttore artistico Franco Romani nella scenografia e nel montaggio, ha sempre atteso con ansia il momento dell’anno in cui iniziano le prove. Ha lavorato per 36 anni come autoferrotranviere, è stato fuori città ma è sempre tornato per partecipare al Bruscello. Prendeva le ferie nei giorni di Ferragosto per aiutare in piazza, fino alla pensione.

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Dino Protasi

“Per me i Bruscelli sono stati tutti belli, non è possibile scegliere. – mi racconta Dino – In questi 70 anni mi sono piaciuti tutti. È una cultura, una tradizione, un’abitudine… e poi mi piace la musica. Ho studiato musica, mi piaceva la fisarmonica. Apprezzo anche l’opera,  la musica classica e la musica leggera… ma la musica del Bruscello mi è sempre piaciuta.”

Ma il Bruscello non è solo per i poliziani. La tradizione a cui si ispira è condivisa da tutto il territorio, perché affonda le radici nella civiltà contadina della Valdichiana. Sono tanti i bruscellanti che provengono da fuori le mura, come Giancarlo Mariottini, che abita a Sinalunga. La sua storia è l’esatto opposto di quella di Dino, perché quello di quest’anno sarà il suo primo Bruscello; la Compagnia Popolare vive proprio di questo, della sua capacità di coinvolgere sempre nuovi bruscellanti a cui passare in staffetta l’eredità del teatro popolare.

Giancarlo si è avvicinato da poco al mondo del Bruscello, soltanto dalla scorsa primavera: ha partecipato alle prime prove, ha cominciato a cantare nel coro, ha fatto conoscenza con le prime persone. Ha scoperto che nella Compagnia Popolare ci sono bambini, ragazzi, adulti e anziani, senza differenze. Non ha mai assistito allo spettacolo in Piazza Grande ma ne ha sempre sentito parlare, e alla fine si è fatto convincere da un amico a provarlo in prima persona.

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Giancarlo Mariottini

“Mi sono lasciato coinvolgere da un amico, cantiamo entrambi nel coro della parrocchia della Pieve di Sinalunga. Non ci sono molte somiglianze con il coro parrocchiale, ma per adesso mi piace. I primi tempi siamo impegnati una volta a settimana con le prove, poi da metà luglio ci vediamo quasi tutte le sere per imparare i brani. Per adesso è un’esperienza completamente nuova, ma molto bella. Volevo cantare in compagnia, conoscere nuove persone, capire come funzionava la Compagnia Popolare dall’interno. “

L’aspetto sociale del Bruscello è forse quello che ha permesso alla Compagnia Popolare di tramandare questa forma di teatro per così tanti anni senza dover mai ricorrere a professionisti. È proprio questo che emerge dalle parole di Elisabetta Canapini, che si sofferma a raccontare quanto siano divertenti le prove: dei momenti goliardici in cui stare insieme e ridere, prima di affrontare la grande emozione degli spettacoli in Piazza Grande di fronte a tutto il pubblico.

La sua storia è diversa dalle precedenti, perché è arrivata al Bruscello quasi per caso. La sua prima esperienza è stata nel 2000 con lo spettacolo “Pia de’ Tolomei”, quando venne convinta dal maestro Luciano Garosi a sostituire un’altra bruscellante che non poteva più partecipare.  Elisabetta aveva sempre visto gli spettacoli fin da bambina, quando i nonni la portavano in Piazza Grande, ma non aveva mai pensato di trovarsi dall’altra parte del palco.

“All’inizio cantavo e recitavo con più incoscienza. Adesso, più passano gli anni e più mi emoziono. Il buio, la piazza gremita, le persone… è un’esperienza emozionante. Tutti noi abbiamo la coscienza di portare avanti una manifestazione che dura da 77 anni ed è fatta da locali e dilettanti, quindi sentiamo una grande responsabilità, che diventa anche uno stimolo positivo per fare del nostro meglio.”

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Elisabetta Canapini

Elisabetta ha portato con sé la sua esperienza nel coro poliziano, ma non si è limitata a cantare: ha interpretato alcuni ruoli come solista, ha fatto la stornellatrice in “Romeo e Giulietta” e tanto altro. Come tanti bruscellanti, nella vita ha un altro lavoro: nel suo caso svolge attività di libera professione come architetto, e racconta di come i suoi clienti rimangano esterrefatti nello scoprire che una piccola cittadina come Montepulciano sia capace di portare avanti una tradizione così longeva con l’impegno volontario della sua popolazione.

L’aspetto sociale, come dicevo, sembra rivestire un ruolo centrale nella Compagnia Popolare, ancor prima di quello artistico (che è comunque notevole, in quanto il Bruscello Poliziano è una delle tradizioni culturali più importanti di tutta la Toscana). Prima di essere una scuola di formazione teatrale, il Bruscello è impegno sociale, è una forma di associazionismo che dimostra la ricchezza di un paese e che permette di portare avanti una tradizione, rinnovandola costantemente con il passare del tempo e passandola di generazione in generazione.

Quella di quest’anno sarà l’edizione numero 77 del Bruscello Poliziano e si terrà in Piazza Grande dal 12 al 15 agosto. Dino, Giancarlo ed Elisabetta, assieme a tutti gli altri membri della Compagnia Popolare, saranno impegnati nel “Bravium”, una storia ambientata nella Montepulciano dell’anno 1337 con la prima gara tra le contrade poliziane. Durante le notti di Ferragosto assisteremo ai frutti del loro lavoro: un teatro popolare che mantiene intatta la sua magia con il passare del tempo, dove non esistono distinzioni di genere, età o provenienza sociale. Un teatro popolare, fatto dal popolo e per il popolo, nello splendido palcoscenico di Piazza Grande.

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