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Spopolamento e turistificazione, il caso di Pienza

Spopolamento e turistificazione, il caso di Pienza

L’architetto Conoscenti esamina la possibilità  di coabitazione tra turisti e cittadini

‘L’Italia’ (opera d’arte di Luciano Fabro, 1968) sottosopra è forse la visione odierna che molti hanno della propria Nazione. In questo caso però, l’opera di Fabro è stata scelta come pubblicazione del lavoro di tesi dell’architetto Lorenzo Conoscenti che ha per titolo “Spopolamento e turistificazione nelle Aree Interne italiane: Il caso studio di Pienza e il progetto di un nuovo centro civico” e per l’evento di presentazione che si è svolto scorso 21 Ottobre presso la Sala Convegni San Carlo di Pienza.

Alla presenza di Manolo Garosi Sindaco del Comune di Pienza, Giampietro Colombini Vicesindaco del Comune di Pienza, del prof. Claudio Piferi (relatore della tesi) dell’Università di Firenze, del prof. Massimo Carta (correlatore) dell’Università di Firenze,  dell’arch. Massimo Mariani (correlatore) esterno e della prof.ssa Francesca Gagliardi Dip. Economia Politica e Statistica dell’Università di Siena Unisi, Lorenzo Conoscenti nel suo lavoro ha affrontato il fenomeno dello spopolamento e la turistificazione nelle aree interne italiane, attraverso l’utilizzo di un caso studio sulla città di Pienza, scelta per il suo essere idea di città.

A margine della presentazione, La Valdichiana Magazine ha approfondito con Lorenzo il tema della tesi andando a capire quali sono i principali aspetti su cui si è soffermato nel caso di Pienza per cercare di far convivere il turismo con i cittadini di area, andando a ridurre così lo spopolamento e favorire un nuovo modello di sviluppo che tenga conto dell’ambiente, del paesaggio ma anche dei servizi di cui i cittadini necessitano.

“Pienza – spiega l’architetto Conoscenti – è stata scelta soprattutto per la sua spirale di spopolamento che sta vivendo in questi anni a fronte di turisti in costante ascesa e paragonabili a quelli delle più famose città d’arte. La cornice socioeconomica delle trasformazioni avvenute nel sistema Italia durante il Secolo breve, il quadro territoriale odierno prodotto in modo tumultuoso nel Novecento a seguito di queste trasformazioni e fortemente polarizzato tra aree in abbandono e poli urbani densi, la definizione di una nuova ‘questione territoriale’, che non sta più nella sola ben più nota ‘questione meridionale’ verticale (spostamenti da sud a nord), e che si ripropone invece adesso orizzontalmente a tutte le latitudini della penisola tra aree interne e poli urbani, oltre che l’ “inversione dello sguardo” proposta dal Prof. De Rossi del Politecnico di Torino come chiave di lettura territoriale, fanno da sfondo a una nuova visione metro rurale, sinergica tra città e campagne,  e quindi a una progettazione per Pienza attraverso le scale, dal territorio al dettaglio tecnologico, nello sforzo di declinare problematiche di ordine socioeconomico attraverso gli strumenti dell’architettura, non senza imprescindibili contatti interdisciplinari”.

Il lavoro di Lorenzo si è quindi suddiviso in una ampia fase documentale e analitica su quelle che sono state le dinamiche socio economiche del Novecento – spopolamento, urbanizzazione, sviluppo economico e migrazioni – che ha portato come esito alla definizione della nuova “questione territoriale” e all’adesione all’ ”inversione dello sguardo” sull’immagine territoriale odierna del Sistema Italia. In un secondo momento, su studi fatti per la città di Venezia, Lorenzo è passato all’analisi e alla progettazione multiscalare (territoriale, urbana e architettonica) sul caso studio di Pienza.

“Pienza sembra infatti riunire in sé le tendenze delle grandi città d’arte turistiche, come Venezia, in virtù del suo valore monumentale, ma anche le difficoltà di un territorio sito in area interna e in un vuoto infrastrutturale, come Civita, e diviene quindi modello in scala, più facilmente studiabile e persino esportabile, del concetto stesso di città e dei problemi di conservazione/cambiamento del patrimonio culturale italiano”.

Lorenzo nella sua tesi introduce un termine nuovo per questo territorio: ‘centro civico’ abbinato a quello dell’ufficio turistico, o meglio dell’ “officina turistica” intesa come luogo trasformativo del turista giornaliero, che in questo spazio si informa, si arricchisce di conoscenze e quindi “si trasforma”, in un luogo che è stato scelto per la sua forte carica sociale.

Tra le varie progettualità proposte, perché ti sei concentrato proprio sul centro civico e come si inserisce questa destinazione funzionale all’interno delle tematiche generali?

“La strategia territoriale e urbana si incentrano infatti sul tentativo di diluire e diffondere i flussi turistici nello spazio e nel tempo, secondo un turismo lento, la cui economia possa essere strumento di sostenibilità finanziaria per un processo di ri-infrastrutturazione del territorio, che garantisca accessibilità e quindi sia precondizione al riabitare il territorio, attraverso una sinergia tra città e campagne, ma soprattutto tra turisti, residenti e residenti temporanei. Il centro civico nasce esattamente con lo stesso spirito, ma alla scala architettonica. Nasce quindi, nelle sue forme, nelle sue funzioni e nei suoi spazi, dal tentativo di far scontrare e di conseguenza incontrare i diversi flussi di utenza, allo scopo di far nascere relazioni, scambi e arricchimenti reciproci. L’architettura si fa quindi lo strumento attraverso il quale istanze sociali ed economiche trovano il proprio volto fisico in spazialità concrete, proprio come avvenuto con il progetto di trasformazione del borgo di Corsignano in Pienza, da parte di Papa Pio II, il quale come un “ingegnere sociale” ha legato inscindibilmente per sempre “pietre e popolo”, per dirla con Montanari.  Residenzialità e turismo possono e devono quindi essere chiavi di sviluppo sinergiche per il territorio, se attentamente studiati e calibrati, persino all’interno di un singolo edificio come il centro civico”.

L’evento dello scorso 21 Ottobre a Pienza è stato un punto di partenza per l’amministrazione per lavorare sulle tematiche proposte da Lorenzo per sviluppare delle nuove progettualità che mirino a far coabitare cittadini e turisti.

“Il positivo riscontro dei partecipanti e dell’amministrazione pientina, in particolare del Sindaco Manolo Garosi e del Vicesindaco e Assessore alla Cultura Giampietro Colombini, a cui rivolgo un ringraziamento particolare per la fiducia accordatami, è stato particolarmente importante nel rassicurarmi sull’attualità e sull’utilità dei temi trattati, oltre che un veicolo di nuove opportunità: c’è l’intenzione, sempre con l’amministrazione pientina, che si è dimostrata sensibile a queste tematiche, di un nuovo ciclo di eventi legati alla sfera dell’architettura, con una chiave di lettura ancora più ampia di quella del percorso di tesi proposto. Per il momento però è tutto molto embrionale, quindi non posso aggiungere di più. Fortunatamente la serata si è svolta nel migliore dei modi e confesso che avere l’opportunità di presentare il proprio lavoro a un pubblico diverso da quello strettamente universitario è stata per me una grande emozione ed una grande soddisfazione”.

La tesi di Lorenzo ha avuto il conferimento della dignità di pubblicazione, non tanto per la parte progettuale, quanto piuttosto per la parte analitica delle dinamiche socioeconomiche. La tesi è stata inoltre selezionata per rappresentare l’Università di Firenze tra i 317 progetti di tesi europei ammessi a partecipare allo Young Talent Architecture Award 2023, sezione giovani del più noto Premio Mies van der Rohe, premio europeo per l’architettura.

“In generale, la speranza è quella che le tematiche trattate, le suggestioni di futuro proposte e le strategie individuate possano trasformarsi poco a poco in approfondimenti ulteriori e in azioni concrete, nella consapevolezza che il futuro del nostro Paese non sta nell’abbandono delle aree interne e nell’urbanizzazione selvaggia, ma anzi nell’antica e secolare sinergia città – campagna, che ha fatto di tutto il nostro territorio nazionale un patrimonio culturale e paesaggistico di valore unico al mondo.  Vedremo quali altre iniziative potranno seguire a partire da questo lavoro, a Pienza, come nel resto del nostro territorio” – conclude Lorenzo che ci tiene anche a ringraziare i docenti che lo hanno accompagnato in questo percorso, oltre che tutta l’amministrazione pientina, la Proloco Pienza, lo Spazio Giovani Pienza e il Gruppo Fotografico Pientino, il suo caro amico Ettore Noferi che ha condotto con Lorenzo un parallelo e prezioso lavoro di tesi in Statistica presso l’Unisi dal titolo “Dinamiche di spopolamento e turistificazione nei comuni delle provincie di Siena e Arezzo”, oltre che al Prof. Fabio Pellegrini, profondo conoscitore della vicenda pientina e della famiglia Piccolomini, che mi ha dato accesso alla sua vasta e preziosa biblioteca di testi su Pienza.

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