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Questo mese al Cinema – Luglio 2015

Questo mese al Cinema – Luglio 2015


I film da non perdere – Luglio 2015


giovaniGiovani si Diventa
Commedia drammatica
di Noah Baumbach, con Ben Stiller, Naomi Watts, Adam Driver

Josh e Cornelia – lui regista di documentari in crisi creativa, lei produttrice – formano una coppia che sembra avere tutto ma a cui pare mancare moltissimo, specie l’accettazione del tempo che passa. Quando si imbattono nei giovani Jamie e Darby – anche lui regista di documentari – e cominciano a uscire con loro, la vita di Josh e Cornelia cambia e si adegua al loro stile di vita esuberante.


spySpy
Commedia
di Paul Feig, con Jude Law, Raad Rawi, Melissa McCarthy

Susan Cooper (Melissa McCarthy) è una modesta analista della CIA che lavora in ufficio. Ma quando il suo partner (Jude Law) scompare e un altro agente (Jason Statham) viene compromesso, si offre volontaria per andare sotto copertura e infiltrarsi nel mondo del traffico d’armi.


pixelsPixels
Commedia
di Chris Columbus, con Peter Dinklage, Adam Sandler, Ashley Benson

Una razza aliena scambia le immagini dei vecchi videogames per una dichiarazione di guerra e attacca la terra usando i giochi stessi come modelli per i loro assalti. Il Presidente degli Stati Uniti chiama allora il suo amico d’infanzia Sam Brenner (Adam Sandler), un campione di videogames negli anni ’80, per difendere la terra. Il destino del nostro pianeta è nelle mani di un improbabile team di nostalgici giocatori.


Visto per Voi


fino a quiFino a qui tutto bene
Commedia
di Roan Johnson, con Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D’Amico

Pisa, oggi. Ultimi giorni di cinque studenti nell’appartamento che hanno condiviso durante gli studi. Sono Cioni, l’elemento più stralunato e naif del gruppo, che si avvia a rientrare a casa dai genitori; Ilaria, una sessualità disinibita che le porta una gravidanza non voluta e un probabile ritorno nella provincia laziale; Vincenzo, laureato in vulcanologia, destinato a raccogliere l’offerta di una cattedra da professore associato in Islanda; la sua fidanzata Francesca, che non condividerà con lui la scelta, ma continuerà a sperare in una carriera teatrale nel gruppo “I poveri illusi”, insieme ad Andrea, frustrato dalla mancanza di occasioni e dalla separazione da Marta, che invece “ce l’ha fatta”. Su tutto aleggia la presenza discreta di Michele, loro amico ed ex inquilino morto in un incidente che cela un suicidio per loro ancora indecifrabile quanto il futuro che li attende. In Fino a qui tutto bene, secondo lungo di Roan Johnson dopo il buon I primi della lista (2011, anche quello con Paolo Cioni) c’è una forte adesione al reale quanto agli aspetti pratici della convivenza studentesca: la “pasta al nulla”, le muffe nel frigo, gli alcolici al risparmio, la piscina per bambini sul tetto della città a dare l’illusione di festa infinita, i calcoli di divisione delle bollette telefoniche. Tutto vero e ben reso, grazie anche al robusto carattere dialettale e anarchico del copione e alle origini del progetto: il film parte da un’idea di documentario sulla vita nell’ateneo commissionato al regista dall’Università di Pisa. Poi si è trasformato in un’opera “dal basso”, che prevede la divisione di diritti sul film ma non compensi. Lo ricordano i credits alla Amore e altre catastrofi (1996): è una creazione corale, lontano dall’idea industriale e dall’idea di cast tipica della commedia italiana attuale.

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