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Impianto a biomasse “La Poliziana”, aggiornamenti sul progetto di ampliamento

Impianto a biomasse “La Poliziana”, aggiornamenti sul progetto di ampliamento

Nel corso delle ultime settimane si sono svolti ulteriori incontri relativi all’approvazione della modifica di alimentazione dell’impianto “La Poliziana”, nei pressi del Lago di Montepulciano, e che fanno seguito agli approfondimenti già pubblicati. Gli appuntamenti principali su cui concentriamo gli aggiornamenti sono stati due: una conferenze dei servizi, risalente al 22 giugno, e un’assemblea pubblica svoltasi il 2 luglio.  

La conferenza dei servizi datata al 22 giugno 2022 presso la Regione Toscana aveva come obiettivo il rilascio del provvedimento unico regionale PAUR e l’esamina dei documenti integrativi richiesti al proponente, ovvero la società responsabile dell’impianto di smaltimento rifiuti.

Durante la conferenza sono però emerse altre problematiche e così è stato chiesto di fornire (come già successo precedentemente) i chiarimenti richiesti entro 60 giorni dalla trasmissione del verbale, salvo richiesta di proroga motivata. 

Quali sono stati gli interventi principali della conferenza dei servizi del 22 giugno?

Partendo dalla precedente conferenza, la maggiore parte dei soggetti partecipanti è andata a confermare ciò che era stato già detto, altri invece, grazie al materiale aggiuntivo, hanno potuto chiarire alcuni dubbi e porne altri. 

Il Settore Autorizzazione Rifiuti ha chiarito che all’interno dell’impianto non si andrà a creare purea organica derivante da FORSU, ma ci si limiterà al controllo qualitativo e all’utilizzazione della purea quale substrato di fermentazione. Ha poi definito che l’operazione R10 (cioè lo spandimento sul suolo a beneficio dell’agricoltura del digestato) sarà possibile solo se il digestato sarà conforme ai punti richiesti nel Regolamento UE 2019/1009, entrato in vigore solo il 16 luglio. Nel caso il digestato non risultasse valido andrebbe a smaltimento o a recupero termico. 

L’Area Urbanistica del Comune di Montepulciano si è espressa favorevole, salvo alcune prescrizioni. Ciò che però è di maggiore interesse è il parere relativo alla modifica dei fini del suolo su cui sorge l’impianto. Per l’Area Urbanistica del Comune non è necessaria una variante urbanistica poiché la modifica di alimentazione richiesta riguarda le fonti energetiche rinnovabili.

Dall’intervento del Comune di Montepulciano-Area Edilizia Privata sono emersi vari punti critici, a cui la società proponente “La Poliziana” dovrà rispondere fornendo la documentazione richiesta per poter procedere all’ottenimento del permesso di ampliamento.

Il Settore SPLEIB sulla componente rifiuti si è espresso sfavorevole in quanto, l’intervento ricade nel criterio escludente “Aree individuate come invarianti strutturali” il quale stabilisce “la completa non idoneità di determinate aree alla realizzazione di nuovi impianti di recupero o di smaltimento rifiuti a causa della presenza di vincoli derivanti dalla normativa nazionale e regionale, di condizioni oggettive locali e di destinazioni d’uso del suolo incompatibili con la presenza degli impianti stessi”.

Sulla componente energia si è espresso invece in maniera favorevole, seppur ribadendo che l’impianto esistente, con l’introduzione dei rifiuti, perderebbe la propria natura di attività̀ connessa a quella agricola, diventando un impianto di produzione di energia e di gestione di rifiuti a carattere produttivo. 

Quali sono gli aspetti che rimangono da chiarire a fine conferenza?

Sulla base degli interventi e dei documenti presentati alla conferenza dei servizi regionale, per ottenere il Permesso di Costruire di competenza del Comune di Montepulciano, la società proponente la modifica dell’impianto “La Poliziana” dovrà svolgere una serie di attività, tra cui predisporre un’apposita convenzione, da approvare in Consiglio Comunale, per individuare la zona di ubicazione dell’impianto e stabilire le misure di compensazione e riequilibrio ambientale.

Sarà inoltre fondamentale produrre la necessaria documentazione di fattibilità geologica e sismica dell’intervento, secondo la vigente normativa in materia, oltre a chiarire la compatibilità di tale intervento con le valutazioni idrauliche e la vulnerabilità degli acquiferi.

Per ottenere l’autorizzazione dovranno poi essere forniti tutti i chiarimenti richiesti da ARPAT, dall’Area Ambiente del Comune di Montepulciano e dal Comune di Castiglione del Lago.

L’assemblea pubblica del 2 luglio al Lago di Montepulciano

Durante la seconda assemblea pubblica, tenutasi sabato 2 luglio 2022 presso la Riserva Naturale del Lago di Montepulciano sono stati ascoltati ulteriori interventi relativi alla proposta di ampliamento dell’impianto “La Poliziana”. Dal verbale riassuntivo ricaviamo gli argomenti di maggiore interesse su cui si è dibattuto e le principali criticità su cui si concentrano le preoccupazioni delle associazioni ambientaliste del nostro territorio.

Purea e Forsu: origine e qualificazione

Il termine FORSU aveva evidenziato sin dall’inizio problematiche all’interno dell’opposizione ambientalista a causa della non specificazione da parte della società proponente dell’origine del materiale. Durante l’assemblea è lo stesso proponente a cercare di chiarire questo aspetto attraverso una lettera di TUTTOAMBIENTE. Nella lettera viene dichiarato che la FORSU che si vorrebbe utilizzare è quella indicata dal codice CER 200108. Lo stesso proponente, con la stessa lettera, ha risposto ad un altro quesito posto, oltre che dal comitato anche da ARPAT, ossia al fatto che la purea di FORSU non cambierebbe il suo valore in termini di rifiuto, ribadendo che la semplice lavorazione meccanica per trasformare la FORSU in purea di FORSU non ne va ad alterare le caratteristiche chimico-fisiche. A seguito di questo ragionamento si può comprendere che il nuovo possibile prodotto di ingresso sarebbe a tutti gli effetti un rifiuto che va trattato secondo i sensi del D. Lgs. 152/06.

Un altro problema relativo alla FORSU non ancora chiarito è la provenienza di quest’ultima. Anche ARPAT e SPLEIB in conferenza hanno sottolineano che ad oggi non è ancora chiaro chi siano i fornitori della purea in ingresso. Non distaccandosi dalle richieste fatte durante la prima assemblea, il “Comitato Tutela Ambiente e Salute” chiede che venga fatta chiarezza in merito alla provenienza, alla tracciabilità e alla certificazione da ente terzo della FORSU.

Variante urbanistica: agricoltura o produzione energetica?

Un ulteriore punto da chiarire, secondo le criticità messe in luce dalle associazioni ambientaliste, è l’opinione dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Montepulciano in merito al fatto che non occorra una variazione urbanistica per variare l’alimentazione dell’impianto. Secondo la relazione tecnica comunale, l’attività di produzione di energia elettrica si configurerebbe come attività connessa a quella agricola; quindi gli impianti di produzione di energia possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici. In quanto la matrice di purea FORSU viene ricompresa tra le fonti energetiche rinnovabili, il Comune ritiene che non si configuri la necessità di una variante.

Ma durante la conferenza dei servizi sopra descritta, gli enti regionali competenti appaiono tutti concordi nel ritenere il futuro impianto de “La Poliziana” come un vero e proprio trattamento dei rifiuti e che non possa essere considerato come un uso agronomico. La CdS del 22 giugno ha quindi chiarito che l’impianto in questione, pur essendo finalizzato anche alla produzione di energia elettrica, va inquadrato come impianto di gestione rifiuti finalizzato anche alla produzione di energia. Rimane quindi da chiarire la motivazione per la quale non sia stata ritenuta necessaria la variante urbanistica, da parte degli uffici competenti, nonostante tale situazione.

Inoltre, il “Comitato Tutela Ambiente e Salute” evidenza come le modifiche dell’impianto rientrerebbero nel raggio di un chilometro dalla Riserva Naturale e che quindi andrebbero a intaccare il territorio protetto del Lago di Montepulciano.

Biogas e TARI: gli studi portati in assemblea

Alcuni studi presentati nel corso dell’assemblea pubblica del 2 luglio possono essere utili per approfondire ulteriormente l’argomento. Secondo quanto presentato dalle associazioni ambientaliste, la filiera dell’impianto avrebbe senso in termini gestionali ed economici, solo se l’impianto fosse progettato all’interno di un’area già sfruttata per gli impianti di compostaggio.

Dal punto di vista gestionale, infatti, vi sarebbe un controllo della stessa filiera dall’ingresso del materiale alla sua selezione a seconda della tipologia, alla sua maturazione. Un’istallazione di produzione di Biogas o Biometano all’interno di tale impianto non creerebbe consumo di suolo aggiuntivo, né problemi ulteriori sulla sicurezza ambientale e sulla salute pubblica. Inoltre sarebbe più facile fornire tale impianto, se non ancora dotato, di un sistema di depurazione di acque reflue o sistemi di raccolta di percolato che potrebbero prodursi.

Dal punto di vista economico, qualora l’impianto di digestione anaerobica di FORSU non fosse situato all’interno di siti di selezione dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata, andrebbero ovviamente considerati alcuni costi aggiuntivi come più personale qualificato al trasporto di rifiuti, carburante e mezzi idonei. Dato che tali costi sarebbero a carico della gestione dei rifiuti, essi andrebbero a gravare sui cittadini tramite la tariffa per la Raccolta e la gestione dei rifiuti (TARI)

Nella delibera di ATO TOSCANA SUD DA 5 del 2021 “Programmazione Flussi RUI e Organico e Corrispettivo Impianti di Preventivo per l’anno 2021”, vengono riassunte le prospettive future per ATO SUD e quindi per tutti i cittadini residenti nei Comuni delle Province di Arezzo, Siena e Grosseto.

Dai numeri che emergono dalla delibera è chiaro che a fronte di una produzione di rifiuto organico prevista di circa 84.000 ton/anno avremo impianti capaci di effettuare il trattamento della FORSU per ricavare Biometano all’interno degli Impianti convenzionati di 146.000 ton/anno. Questo sarà possibile grazie ad investimenti pubblici e alle tasse che i cittadini delle 3 province pagano con la TARI.

Nella stessa delibera sono menzionati i costi della cosiddetta tariffa al cancello che Sei Toscana paga per conferire i rifiuti organici da raccolta differenziata all’interno degli impianti “Convenzionati”. Tale tariffa si aggira fra 85 e 120 euro circa. 

Ciò che viene richiesto da parte del “Comitato Tutela Ambiente e Salute” è la presa di coscienza su cosa accadrebbe se i rifiuti di Sei Toscana finissero nell’impianto oggetto del progetto di ampliamento. Cosa comporterebbe togliere la FORSU agli impianti gestiti dalle partecipate pubbliche e oggetto di convenzioni? Tali impianti stanno infatti costruendo in questo momento digestori anaerobici per produrre il biometano e la vendita del biogas andrebbe a scomputo della TARI. Questo non avverrebbe se a trasformare la FORSU fosse un qualsiasi altro soggetto privato.

(ultimo aggiornamento – giovedì 21 luglio ore 09:45)

Aggiornamenti successivi:


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