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La Uila Toscana guarda al futuro “Dobbiamo essere pronti alle nuove sfide”

La Uila Toscana guarda al futuro “Dobbiamo essere pronti alle nuove sfide”

Comunicato stampa di Ufficio Stampa UIL Toscana del 4 Novembre 2014

“Come tutte le crisi, anche questa lascerà dietro di sé un terreno raso al suolo su cui sì, si potrà ricostruire, ma con il rischio di disuguaglianze sociali disparate. Il giorno dopo, quando tutto sarà finito (perché anche la crisi è una stagione, quindi passerà), ci sveglieremo e tutto sarà diverso. Quel giorno dobbiamo esser pronti, araccogliere la sfida se non vogliamo esser considerati macerie da eliminare, lontani da un mondo che è cambiato e che non siamo più in grado di comprendere”.

Dal palco del V Congresso nazionale della Uila che si è tenuto a Roma dal 27 al 31 ottobre scorsi, il Segretario Generale della Uila Toscana, Triestina Maiolo, ha voluto sottolineare il senso profondo di fare sindacato oggi.

“Noi abbiamo sposato appieno le tesi della conferenza di organizzazione UIL di Bellaria e UILA in Sardegna – ha aggiunto Maiolo – Abbiamo diviso la Toscana in quattro macro-aree in base a funzioni ed esigenze tecniche organizzative della categoria, con l’obiettivo di far crescere insieme i territori senza lasciare indietro nessuno e tenendo conto della loro rappresentatività. Questa riorganizzazione ci ha consentito e ci consentirà di incrementare ancor di più la nostra presenza sul territorio, possiamo infatti contare oggi 24 sedi in cui la UILA c’è, con i nostri operatori che quotidianamente oltre a fare assistenza contrattuale si impegnano a fornire servizi di assistenza fiscale, di patronato, UNIAT e ADOC. La nostra idea di una sede sindacale è quella dove una persona che entra possa trovare tutte le risposte che la UIL, e non solo una categoria, può dare. Questo è il sindacato che vogliamo”.

Il segretario della Uila Toscana ha anche offerto un affresco del settore agricolo toscano.

Il settore agroalimentare della nostra Regione non si esaurisce solo con vigneti ed oliveti ma sta sviluppando oggi tutte le sue potenzialità. Conta infatti 60.000 addetti solo in agricoltura ed i settori dell’allevamento e dell’acquacoltura e della panificazione sono in forte espansione. Il numero delle aziende agricole è in crescita e circa il 30% è guidato da donne. C’è poi una componente fondamentale e determinante per l’economia agricola della Toscana: si tratta dei lavoratori migranti. Questi contribuiscono ad abbassare l’età media delle campagne toscane dove è in atto, in questi ultimi anni, una vera e propria ‘rivoluzione generazionale’ grazie anche loro presenza. Nelle campagne si parlano 172 lingue diverse che portano con sé culture altrettanto differenti tanto che nelle nostre sedi siamo organizzati affinché queste persone trovino assistenza sindacale anche attraverso operatori che parlino la loro lingua”.

“In Toscana – ha spiegato Maiolo – dobbiamo cambiare angolo visuale e considerare l’ambiente non come un elemento passivo da proteggere ma come una risorsa produttiva da sviluppare. La nostra Regione ad esempio, è coperta per oltre il 47% da boschi, per un totale di oltre un milione di ettari. Con questi numeri la Toscana potrebbe esser all’avanguardia in questo settore perché la tutela dell’ambiente non passa solo dalla tutela dell’esistente. Reputiamo gravissimo che agli operai forestali e della bonifica non venga riconosciuto il loro ruolo, vitale per la sicurezza delle città e delle campagne attraverso i complessi sistemi idrogeologici ed ecologici. Ci indigniamo ogni volta che viviamo un disastro ambientale, assistiamo alle passerelle dei politici, plaudiamo ai volontari italiani ma non interveniamo quando questi disastri potrebbero esser evitati, attraverso la tutela del nostro patrimonio ambientale, finanziando la forestazione e la bonifica. Non dobbiamo più accettare che questi lavoratori, vengano bistrattati in questo modo perché l’ambiente ha bisogno di una sua ‘tutela’ che non a caso si distingue da una sua ‘cura’. E, ripetendoci ancora una volta, ci rendiamo disponibili a discutere e dibattere sulla riduzione o soppressione degli organismi di gestione dei consorzi di bonifica, ma ciò non deve far credere che quei lavoratori o questo settore non meriti l’attenzione di cui ha bisogno”.

La tutela dei lavoratori

“Dobbiamo insistere sulla conversione delle casse extra legem in enti bilaterali come fucina di idee e di servizi da mettere a disposizione del lavoratore – è il pensiero di Maiolo – In particolare creare all’interno dell’ente una sorta di banca dati privata per la richiesta di mano d’opera in agricoltura, un organismo capace di gestire e dare risposte al mondo agricolo in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, un osservatorio attento e arbitro delle problematiche del lavoro, un’agenzia che risponda all’esigenza di formazione oltre che all’esigenza di servizi di informazione e assistenza che già sta facendo. Questo è quello che tutti vorrebbero dal proprio sindacato: servizi di buon livello e rappresentanza (e tutela) dei propri interessi. Vogliamo e dobbiamo mettere in atto una sinergia capillare sul territorio tesa a rafforzare la nostra rete al fine di rispondere alle esigenze dei lavoratori specie quelli che si trovano in zone rurali, sperdute e di confine. Dobbiamo proseguire, lasciandoci indietro vecchie impostazioni ideologiche di chi pensa che difendere l’esistente significhi progredire. Il nostro obiettivo è e sarà quello di migliorare sempre più la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori”.

La sicurezza

Un ultimo pensiero va alla sicurezza dei lavoratori.

“L’agricoltura e l’edilizia sono i settori più esposti al fenomeno delle morti bianche in Italia. Nelle campagne i casi di infortuni con decessi hanno raggiunto un numero altissimo e questo è un triste primato. Le vittime sono per la maggioranza agricoltori in età avanzata mentre le cause sono spesso riconducibili all’inadeguatezza dei mezzi agricoli utilizzati. Non è certo un caso che questi eventi avvengono soprattutto in piccole e medie aziende con un basso tasso di sindacalizzazione. Occorre cambiare concezione in merito alla sicurezza sul lavoro, dove la prevenzione non deve esser vista come un costo ma come un investimento”.


Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla nostra redazione

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