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Tumore al seno: scoperto collegamento tra cancro e glucosio

Tumore al seno: scoperto collegamento tra cancro e glucosio

Roma-Siena, Luglio 2014. Lo studio intitolato “p53 status come modificatore di effetto nell’associazione tra glicemia pre-trattamento e outcome in pazienti non diabetiche affette da cancro mammario HER2 positivo trattato con trastuzumab” è stato di recente accettato ai fini di pubblicazione dalla rivista scientifica Oncotarget. Gli autori del manoscritto appartengono ad un gruppo di ricerca internazionale coordinato dalla Dott.ssa Maddalena Barba, ricercatrice presso la Divisione di Oncologia Medica B dell’Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena”, Roma.

«I progressi realizzati nell’ambito della ricerca applicata al cancro mammario hanno consentito la definizione di caratteri molecolari che rappresentano il bersaglio di terapie innovative sempre più efficaci, note comunemente come “terapie intelligenti”. In tale ambito, il trastuzumab ha rivoluzionato il trattamento delle pazienti HER2 positive. Allo stesso tempo, abbiamo espanso le conoscenze inerenti al ruolo di fattori legati al metabolismo del glucosio nello sviluppo di numerosi tumori, incluso il cancro mammario» afferma il Prof. Antonio Giordano, professore di Anatomia ed Istologia Patologica dell’ Universita’ degli studi di Siena e direttore dell’ Istituto Sbarro per la ricerca sul Cancro di Philadelphia, scienziato di fama internazionale da anni impegnato nella lotta contro il tumore al seno.

«Nell’ambito della nostra linea di ricerca imperniata sul binomio “cancro-metabolismo”, abbiamo riscontrato evidenze in chiave con il ruolo svolto dall’oncosoppressore noto come p53, che in condizioni di normalità opera a difesa e garanzia dell’integrità genomica, nel modulare l’associazione tra un indicatore sistemico dell’assetto metabolico-glucidico (glicemia a digiuno) e gli outcome di trattamento in pazienti non diabetiche affette da cancro mammario HER2 positivo trattate con trastuzumab» aggiunge il Prof. Giordano.

«In base alle nostre conoscenze, l’ipotesi relativa ad un ruolo di p53 nel condizionare l’associazione tra glicemia pre-trattamento ed outcome non è mai stata formulata né testata in studi clinici precedenti. La caratterizzazione di p53 potrebbe contribuire ad una più dettagliata definizione della popolazione bersaglio ed aiutare nell’interpretazione dei risultati ottenuti in seguito ad interventi basati sulla somministrazione del trastuzumab. Inoltre, la definizione di p53 potrebbe guidare decisioni inerenti alla somministrazione farmaci e modulazione dello stile di vita che vadano ad agire sul metabolismo del glucosio» chiarisce la Dott.ssa Barba.

«Se confermati da studi successivi condotti in pazienti con caratteristiche sovrapponibili, è possibile che opportune modifiche dello stile di vita e/o somministrazione di uno o più farmaci diretti contro il metabolismo del glucosio in donne trattate con trastuzumab possano tradursi in un aumento dell’efficacia terapeutica e incremento della sopravvivenza» conclude il Prof. Giordano.

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