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“Streghe, santi e prigionieri – Alla scoperta di Siena”

“Streghe, santi e prigionieri – Alla scoperta di Siena”

Tutti non sanno che Siena vanta un patrimonio secolare di storie misteriose e personaggi dai contorni leggendari. La città del Palio è un vero e proprio vaso di Pandora al cui interno non mancano racconti di strani esseri che abiterebbero la cavità del sottosuolo, di fantasmi e strane apparizioni che viaggiano liberamente tra castelli, giardini e palazzi, e di quel fiume misterioso, tanto cercato dai senesi e mai trovato, diventato tanto importante fino a trovare posto anche nella Divina Commedia del sommo poeta.

La leggenda del Diana, questo il nome del fiume misterioso, è nata e si è divulgata grazie ai guerchi, operai impiegati nella costruzione della fitta rete di cunicoli, chiamati i “bottini”, che servono per portare l’acqua a tutta la città. Il Diana, secondo la tradizione medievale è un fiume che scorre nel sottosuolo di Siena e sarebbe udibile, nel silenzio più totale, in due punti della città: nella zona di porta Ovile, a nord-est, e nella zona di Pian dei Mantellini, a sud-ovest. Non a caso attigua a quest’ultima zona c’è una via chiamata Via della Diana, in riferimento, appunto, al leggendario fiume sotterraneo. Nel 1176 un pozzo scavato dai frati del Convento del Carmine (zona Pian dei Mantellini) trovò una vena d’acqua abbondante. La scoperta sembrò essere la prova dell’esistenza del fiume Diana e diede inizio ad altri interventi simili. Nel 1295 il Consiglio Generale della Repubblica di Siena finanziò ulteriori scavi anche in altre zone lontane della città. Nel XIII e XIV secolo si spese molto denaro pubblico nella ricerca del fiume sotterraneo, ma per quanti sforzi si facessero il fiume non si trovava. I notevoli costi della ricerca erano ben noti alla rivale Firenze che la considerava un insensato dispendio di risorse. Dante cita nella Divina Commedia questa vicenda: la senese Sapia chiede a Dante di ricordarla ai suoi parenti che troverà a Talamone intenti a scavare insensatamente un porto così come hanno fatto per trovare il Diana.

« Tu li vedrai tra quella gente vana
che spera in Talamone, e perderagli
più di speranza ch’a trovar la Diana;
ma più vi perderanno li ammiragli »
(Dante, Divina Commedia, Purgatorio, XIII, 151-154)

Sempre all’interno di questi bottini si diceva che vi abitavano gli omiccioli e i fuggisoli. Gli operai impegnati nei lavori spesso fuggivano spaventati dall’apparizione di queste creature. Gli omiccioli, simili a folletti, si limitavano a ballare e a mettere allegria, i fuggisoli apparivano come lampi di luce improvvisi. Poiché parte del compenso dei guerchi era in vino, è probabile che le visioni che avevano fossero dovute al timore per i luoghi bui sommato agli effetti dell’alcool.

Ovviamente in questa lista di misteri e di leggende legati alla città di Siena non potevano mancare i fantasmi e le apparizioni varie. Le storie più curiose sono sull’Orto Botanico, dove le cronache dicono, e dicevano, che vi abiterebbe il fantasma più celebre della città, un fantasma talmente famoso che è stato immortalato in una commedia scritta da Giulio Cogni nel 1959. Poi c’è il castello di Strozzavolpe (a nord di Siena), un castello che si chiama in questo modo, non può essere un castello qualsiasi. Infatti, stando a quanto si narra, venne edificato da Bonifacio, marchese di Toscana, nel secolo XI, il quale, mentre si cullava nei suoi sogni di potenza, si trovò di fronte un’ inaspettata ma fermissima volpe, una creatura talmente malefica e feroce da costringere chiunque alla fuga. Ma Bonifacio non si perse d’animo e ingaggiò una lunga lotta, senza esclusione di colpi, fino a quando riuscì a catturare e ad uccidere l’animale strozzandolo. Da qui iniziano una serie di racconti legati alla volpe, ai fantasmi e ad un presunto tesoro nascosto nel castello di Strozzavolpe. Non dimentichiamoci del Palazzo dei Diavoli e la sua fitta ragnatela di storie malefiche. Il nome deriva da una vicenda tenebrosa che ebbe inizio da un episodio accaduto il 25 luglio 1526, quando il 5 agosto successivo, l’esercito fiorentino inviato da Clemente VII si dette alla fuga dopo aver visto “i diavoli” uscire da quel palazzo, lasciando sul campo numerosi carri e un buon numero di artiglierie. La fama nefasta di palazzo dei Diavoli raggiunse l’apice nel XVII secolo, al culmine della caccia alle streghe. I contadini del tempo raccontavano di aver visto delle luci colorate che passavano rapide alle finestre, di aver udito urla provenire dal suo interno, nascondendoci chissà quale tremenda verità.

Su queste e molte altre storie il Centro Guide di Siena ha organizzato un interessante appuntamento dal titolo “Alla scoperta di Siena – Streghe, santi e prigionieri”, una passeggiata nei luoghi insospettabili e più nascosti di Siena alla ricerca di antichi arcani, leggende e folletti che abitano il sottosuolo.

L’iniziativa si svolgerà sabato 23 novembre, ore 14.30 in Piazza del Campo, il ritrovo è davanti al Palazzo Pubblico, il costo di partecipazione sono € 6,00 ed è richiesta la prenotazione obbligatoria, anche last minute e non vincolante. Per prenotare scrivere all’indirizzo email info@guidesiena.it oppure telefonare al numero 057743273.

 

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