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Gli acchiappa plastica nella lotta contro le plastiche nei nostri mari

Gli acchiappa plastica nella lotta contro le plastiche nei nostri mari

I ricercatori “acchiappa plastica” dell’Università di Siena salpano sulla barca “Mediterranea” per monitorare la salute dei nostri mari dalla plastica.

Partono nuovamente i ricercatori dell’Università di Siena impegnati nella lotta contro le plastiche nei nostri mari: i “PlasticBusters” stanno per salpare sulla barca “Mediterranea”, che li porterà nei prossimi giorni ad indagare il tratto di mare pugliese tra Bari e Otranto.

L’imbarco è previsto per il 27 maggio da Bari, nell’ambito del progetto sulla sostenibilità patrocinato dall’ONU “Med Solutions”, ha l’intento non solo di quantificare la presenza di microplastiche nel mare ma anche l’obiettivo più ambizioso di verificare gli effetti nocivi che i contaminanti hanno sulla salute della fauna marina e sulla qualità del pescato.

“Numerosi campionamenti che abbiamo fatto negli anni passati, non ultimo quello effettuato nel mar Ligure lo scorso settembre, grazie alla collaborazione con la Marina Militare, confermano che è molto elevata la presenza delle microplastiche nel Mediterraneo, anche nella zona protetta del Santuario Pelagos – spiega la professoressa Maria Cristina Fossi, del dipartimento di Scienze fisiche, della terra e dell’ambiente dell’Università di Siena, coordinatore scientifico del progetto “PlasticBusters” -. Ora l’obiettivo essenziale – continua la professoressa Fossi – è valutare gli effetti della contaminazione sui pesci e su altri organismi marini. La plastica infatti non solo danneggia fino ad ucciderli animali come le tartarughe, quando invade i loro stomaci, ma rilascia inquinanti come gli ftalati, che interagiscono a vario livello con la salute degli organismi marini. Tuttavia, per valutare gli effetti dell’ingestione diretta e indiretta di microplastiche sullo stato di salute di pesci ed altre specie edibili, abbiamo bisogno di fondi, che ci consentano di proseguire con la parte essenziale del progetto di ricerca”.

Per riuscire a finanziare le prossime fasi del progetto PlasticBusters è dunque iniziata una campagna di raccolta fondi che vuole sensibilizzare le istituzioni ma anche il mondo delle aziende e dei privati, perché la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei nostri mari, e infine dell’uomo, non può che partire dalla conoscenza del reale stato di salute della fauna marina.

Dopo la spedizione con Mediterranea, che si concluderà il 30 maggio, nei prossimi mesi i ricercatori saranno impegnati in altri progetti pilota per monitorare aree marine poco studiate, in collaborazione con vari enti di ricerca ed istituzioni nazionali.

L’obiettivo ultimo di PlasticBusters, con una crociera dedicata ad esplorare tutto il Mediterraneo nel 2015, sarà quello di mettere a disposizione i dati raccolti e dare il via a un piano di azione multidisciplinare condiviso dai paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, per individuare e applicare azioni di mitigazione e di sensibilizzazione.

Nella foto: I ricercatori “PlasticBusters” dell’Università di Siena.  – Da sinistra: Daniele Coppola, Letizia Marsili, Maria Cristina Fossi, Cristina Panti, Tommaso Campani, Ilaria Caliani, Matteo Baini.

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