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Mettersi in gioco: intervista ad Hamza Bourkaib

Mettersi in gioco: intervista ad Hamza Bourkaib

Quando, nell’editoriale di inizio anno, abbiamo detto che avremmo voluto raccontare assieme la Valdichiana, attraverso i vostri occhi e le vostre storie, francamente non pensavamo che sareste state così tanti a cercarci.  Online e offline, perché i rapporti virtuali non possono sostituire quelli reali. Tanti ragazzi hanno cercato un contatto con la nostra redazione, forse per via del taglio editoriale del magazine, ma soprattutto perché sono proprio loro ad aver bisogno di raccontare a gran voce le loro paure, i loro sogni e le loro speranze per il futuro. Le storie migliori che il nostro magazine può raccontare sono quelle che arricchiscono il lettore e che mettono in luce aspetti, esperienze, sentimenti non banali e non necessariamente legate all’attualità.

È in questo contesto che si inserisce la storia di Hamza Bourkaib, che ci ha contattati qualche settimana fa mentre ripuliva e riorganizzava il bar nel Giardino Poggiofanti di Montepulciano. Ci ha chiesto se potevamo essere interessati a raccontare quello che stava facendo, e noi siamo rimasti subito entusiasti. Non per pubblicità alla sua attività: sarebbe poco etico da parte nostra e poco interessante per il lettore. Ma perché Hamza è un ragazzo di origini algerine di 22 anni che vive in italia dal 2002 e si è assunto un rischio d’impresa non scontato, in un periodo come questo, cominciando la sua attività commerciale. E questo, a nostro avviso, non è soltanto interessante: è una storia positiva e costruttiva che vorremmo contribuire a far conoscere.

Hamza 1

Ciao Hamza, cominciamo subito a parlare del bar al Giardino Poggiofanti: perché questa scelta?

“Perché è un posto speciale, da quando sono piccolo è sempre stato il posto in cui uscire con gli amici, il luogo di ritrovo ideale di questa zona. Qualche settimana fa ho visto il bando per la gestione, all’inizio non era nemmeno interessato, pensavo che sarebbe stato impossibile partecipare. Poi ho parlato con alcune persone, anche più grandi di me, che mi hanno dato la forza di mettermi in gioco, mi hanno dato parecchi consigli. Allora ho provato a partecipare e spero di riuscirci. Penso che un posto come i Giardini Poggiofanti, soprattutto d’estate, debbano essere animati; se il bar viene gestito a dovere, può diventare un posto carino, soprattutto se dovessero rimettere il campo da calcetto. D’estate in zona non ci sono tanti punti di ritrovo, magari ci sono bar più piccoli o poco adatti ai giovani, questo può diventare un posto in cui uscire la sera e stare in tranquillità.”

Come pensi di riuscire a gestire l’attività? Sei da solo?

“Da solo no, sarebbe impossibile. L’orario è continuato, dalle 9 della mattina fino alla sera, fino alla chiusura dei giardini. Ho parlato con mio fratello, mi ha detto che mi poteva dare una mano; entrambi i fratelli più grandi mi daranno una mano. E poi c’è Emanuela, la mia collega che ha sostenuto in pieno l’attività e che gestirà il bar durante la mattina. Un altro ragazzo che ci aiuterà è Lorenzo, un amico con cui ho lavorato assieme al Poliziano lo scorso dicembre: ha sostenuto l’attività in pieno e lavorerà con noi per tutta l’estate.”

Hai avuto esperienze di lavoro precedenti a questa?

“Ho lavorato come cameriere al Poliziano, non per moltissimo tempo, ma è un’esperienza importante perché ti puoi fare le ossa. Capisci com’è il lavoro, non è facile, è faticoso ma bello: sei sempre in movimento, a contatto con la gente. Poi ho fatto altri tipi di lavoro, in mezzo alla vigna, a raccogliere susine, anche come barista all’Outlet Valdichiana. Poca esperienza, quindi, però penso di avere tanta passione.”

Conosciamoci meglio: sei venuto in Italia nel 2002 dall’Algeria. Com’è stata l’esperienza del cambiamento?

“Da una parte ero contento, i miei genitori stavano già a Montepulciano. In Algeria vivevo con mia nonna, ero molto affezionato a lei, per me era come una seconda mamma. Lasciarla lì è stata la cosa che più mi è dispiaciuta, l’unico rimorso; anche perché ho avuto poche occasioni per rivederla, purtroppo è venuta a mancare pochi anni fa. I miei fratelli maggiori erano già in Italia, io nel 2002 sono venuto a Montepulciano con mia sorella. Il cambiamento non è stato difficile, penso di essermi ambientato subito. In un mese e mezzo avevo già imparato la lingua, poi le amicizie sono state buone, ho avuto un’accoglienza piacevole.”

Hai frequentato le scuole a Montepulciano?

“Sì, prima alla Stazione poi a Montepulciano. Tanti ragazzi li ho conosciuti giocando a calcio, prima giocavo nella squadra di Acquaviva, poi hanno fatto la fusione con la Poliziana. Già alcuni li conoscevo dalla scuola, avevo un bel rapporto, a Montepulciano mi sono ambientato bene, ho fatto conoscenze piacevoli.”

Giochi ancora a calcio?

“Sì, nel Torrita. Siamo secondi, ufficialmente nei play-off. Infatti il mister un pochino si è preoccupato quando gli ho detto del bar, mi ha chiesto come avrei fatto con i turni e con le serate. Ma io non faccio tardi, non c’è problema. Adesso puntiamo ai play-off e se tutto va bene mi libero il 15 maggio. Speriamo in questa promozione, ce la meritiamo, è una squadra di giovani.”

Torniamo al Giardino Poggiofanti: siamo proprio alle porte di Montepulciano, agli inizi di una stagione turistica che può dare tante soddisfazioni. Il bar sarà rivolto soltanto ai giovani o anche ai turisti?

“A tutti. Ho delle idee in mente, ad esempio delle piccole degustazioni, che di solito si fanno sempre in Piazza Grande. Chiederò ai responsabili di poter far qualcosa qui, magari dei piccoli stand con assaggi tipici dei prodotti della Valdichiana. Quindi iniziative rivolte ai giovani del posto ma anche ai turisti. L’importante è lavorare con i fornitori locali, tutta gente del posto.”

In fin dei conti sei un ragazzo immigrato, che vive in provincia, e cerca di fare impresa da solo. Non è una cosa scontata, ci sono situazioni in cui si possono trovare delle chiusure.

“No, qui non ne ho mai trovate. E poi se uno ha voglia di lavorare… ho ventidue anni, ho voglia di lavorare, provo a mettermi in gioco. Uno si diverte finché può, l’adolescenza si vive una volta sola, però è anche il momento in cui devi mettere radici per il tuo futuro, per costruire qualcosa di importante. Tutti facciamo ragazzate, ma dopo tante cose vissute uno capisce quando è il momento di dire basta, di provarci.”

Perché proprio Montepulciano e la Valdichiana? Perché non Siena, Perugia o Arezzo?

“Perché sai, mio babbo quando è venuto in Italia ha lavorato in Val d’Aosta, a Roma, a Catania… in tante parte d’Italia, ma si è fermato qui a Montepulciano e ha lavorato qui per parecchi anni. Si è trovato bene, ha visto che il posto era tranquillo, ha cercato di portare la mia famiglia qui. È un posto dove si sta bene, c’è tanta storia, un posto meraviglioso in tutti i modi. E spero che continui così, perché c’è il turismo che funziona, tutta l’estate è piena di eventi, spero che diventi sempre più attraente.”

Lasciamo Hamza a pulire il bar e a sistemare il Giardino Poggiofanti per l’apertura, sperando che la sua esperienza possa essere costruttiva per il futuro di tanti giovani del territorio. Giovani della Valdichiana, provateci! Non aspettate che tutto piova dall’alto, le possibilità sono attorno a voi. Non abbiate paura di fallire, perché ogni fallimento si porta dietro una crescita. Rischiate quello che ritenete necessario per il raggiungimento della felicità: gli altri non possono farlo al posto vostro. Noi, nel nostro piccolo, saremo qui a raccontare le vostre storie.

E potremo farlo anche in diretta e incontrarci dal vivo, se lo vorrete. Proprio al Bar Giardino di Poggiofanti, ogni venerdì pomeriggio a partire dal mese di maggio e fino a ottobre: vi aspettiamo!

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