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Chiara in Chiana: Chiusi nella Danza

Chiara in Chiana: Chiusi nella Danza

Un altro episodio di Chiara in Chiana ha inizio. Il tempo in questi giorni è stato incerto, con alternanze di pioggia e sole, ma la giornata di domenica 13 luglio è comunque dedicata al Festival di Chiusi nella Danza, evento atteso e accuratamente preparato.

Titubanti e timorose di piogge improvvise, io e la fotografa Alessia Zuccarello ci avviamo in macchina verso Chiusi: lei attenta alla guida, con la macchina fotografica dolcemente appoggiata sul sedile posteriore, mentre la sottoscritta con bloc notes e registratore alla mano. La penna è distrattamente mordicchiata mentre mi dedico alla formulazione del programma di cose da fare una volta arrivate.

Chiusi nella Danza, organizzata dalla Fondazione Orizzonti Arte di Chiusi, è un evento dedicato al movimento del corpo e all’espressione dell’arte in esso. L’edizione di quest’anno è ricca e variegata: stages, workshops, convegni e mostre d’arte riempiono il centro di Chiusi e, soprattutto, a causa del maltempo, il Teatro Mascagni, luogo di rifugio dalla pioggia di artisti e pubblico.

Il tempo poco clemente non ha dato tregua agli organizzatori, lasciandogli ogni volta il compito di spostare e trasferire attrezzature e persone da un posto a un altro: il programma ha quindi subito delle variazioni rispetto ai luoghi originariamente preposti per la manifestazione.

Arriviamo verso le 17.20 (senza pioggia): il tempo di fare un salto veloce al bar per un caffè e di salutare cortesemente una famiglia francese dedita alla scelta di crema, nocciola e vaniglia per i gelati dei bambini, poi, programma a vista, ci dirigiamo verso la Palestra Comunale. Sul programma è menzionato lo Stage di Tango Argentino ma, causa i cambiamenti anticipati poco sopra, è in corso un altro tipo di ballo: un gruppo di ballerini scatenati ondeggia al ritmo di una salsa allegra e ritmata, sotto la professionale guida di Maykel Fonts, ballerino cubano di fama internazionale, e Relle Niane, sua compagna. Trasmettono un’energia incredibile, e il mio piede si ritrova sorpreso a battere il tempo con allegria.

Chiusi nella Danza

Una volta uscite dalla Palestra ritorniamo verso il centro per incontrarci con la nostra direttrice di redazione Valentina Chiancianesi e la referente per l’ufficio stampa di Chiusi nella Danza, Anna Pozzali. È il momento di dedicarci alle interviste iniziali, incontrando Marianna Giorgi, curatrice del Laboratorio coreografico sul movimento e drammaturgia corporea (la cui intervista verrà pubblicata per esteso nei prossimi giorni).

Marianna si è occupata di uno stage davvero interessante: giovani ballerine si sono prestate a partecipare a un incontro tra danza e teatro che vede l’interpretazione di gesti e movimenti come intenzioni. Il gesto è espressione di un io interiore che può essere lasciato andare sotto forma di improvvisazione. Questo infatti hanno fatto 7 ragazze, lavorando solo 6 ore, ma riuscendo in questo poco tempo a creare uno spettacolo carico di emotività e sentimento.

Chiusi nella Danza

All’interno del Teatro Mascagni le luci si abbassano e le protagoniste si trovano già in scena: i movimenti sono stilizzati, fatti a scatti, movimenti netti alternati a ritmi meno serrati e più armonici. Dalla prima scena nella quale una ragazza viene trattenuta per la maglietta da una compagna, le ballerine si muovono sul palco sedendosi, alzandosi, sistemandosi su una cyclette e iniziando a pedalare. I gesti evocano nella mente sia stati di benessere e tranquillità, attraverso movimenti lenti e sinuosi, che di ansia e dolore, durante scatti improvvisi e frequenti gesti di disperazione, come il mettersi le mani tra i capelli. Sullo sfondo, una musica ritmica e martellante, ma leggera e non invasiva. Lo spettacolo finisce con una lettura scritta dalle ragazze stesse; la frase «il tempo ce lo giostriamo a modo nostro» diventa l’inno di una rivendicazione giovanile degli spazi dell’arte, del corpo, e della propria interiorità.

Chiusi nella DanzaLo spettacolo è finito. Le ragazze si allineano sul palco per il saluto finale, consce di aver ottenuto un ottimo risultato. C’è da dire, con solo sei ore di prove, hanno dato prova di grande talento ed emotività.

Samuel Perón, organizzatore e direttore artistico, entra in scena con un sorriso. Ringraziando le ragazze, invita sul palco la curatrice Marianna Giorgi, munita di microfono, che espone i risultati e gli obiettivi prefissati con lo spettacolo.

«Questo è un esperimento – dice Marianna – ma spero possa essere fatto l’anno prossimo in maniera più approfondita».

Secondo l’insegnante la danza e l’arte in generale sono espressioni di interiorità: «Per quanto mi riguarda si tratta di un’evocazione. L’arte è a ciò che rimanda. Questo laboratorio ha rappresentato una interpretazione di come può essere l’arte».

Chiusi nella Danza

Mentre la nostra direttrice, una volta uscito il pubblico, si intrattiene a intervistare Samuel (intervista disponibile più avanti), osservo Alessia che si dedica alle foto e rifletto su ciò che ho visto.

E’ difficile riuscire a trasmettere un’emozione così interiore e personale come hanno fatto quelle giovani poco prima. Il teatro e la danza sono espressioni del sé, non c’è dubbio, ma Marianna ha fatto di più. Quelle che le ragazze hanno messo in scena non erano le emozioni di qualcuno che aveva scritto un’opera o creato un ballo, era un’armonica e variegata fonte di stati d’animo, paure e sentimenti che si mischiavano e coincidevano tra loro, provenienti dalle ballerine stesse. Un ottimo lavoro di analisi e introspezione, a mio parere.

La giornata non poteva concludersi in modo migliore, considerando che all’uscita dal teatro abbiamo modo di intervistare la Wolverine Orchestra e i due ballerini swing Tommaso Dainelli e Giulia Agostini, che si dedicano, invece, al progetto di diffusione in Italia di questa musica e ballo che sanno di tempi passati, in ricordo di una nascente società statunitense. Qui il video disponibile di un cortese saluto che Tommaso e Giulia hanno dedicato ai lettori della Valdichiana.

Chiusi nella Danza

 

Tanti spunti artistici, dunque, per questo festival a Chiusi. Personalmente, ho apprezzato incredibilmente l’attenzione, la cura e la scelta di artisti, eventi e esposizioni attuati dalla Fondazione Orizzonti. Gli artisti invitati si sono mostrati capaci e appassionati nella loro personale espressione artistica. Sarà un piacere, quindi, attendere speranzosi la prossima edizione.

Credits photos by Alessia Zuccarello – Valdichiana Media Srl

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