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100Donne: la potenza delle esperienze femminili in un progetto internazionale

100Donne: la potenza delle esperienze femminili in un progetto internazionale

“È una regola che vale in tutto l’universo

Chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso

E anche se la paura fa tremare

Non ho mai smesso di lottare

Una società patriarcale, gli effetti della droga che segnano la vita, il Parkinson giovanile che fa perdere ogni speranza, violenze subite taciute o denunciate, la storia del territorio che si intreccia tra leggende e storie di vita vissute, “100Donne” ha restituito al pubblico esperienze, emozioni e racconti che hanno fatto riflettere, commuovere e capire quanto la resistenza, la solidarietà e il coraggio possano trasformare anche le ferite più profonde in testimonianze di forza e rinascita, restituendo al territorio una memoria viva e condivisa.

100Donne” è un progetto artistico e teatrale di respiro internazionale arrivato in Valdichiana all’interno del calendario di Valdichiana2025 Capitale Toscana della Cultura. Il progetto è nato dalla creatività della regista catalana Àngels Aymar, che dopo il debutto al Festival Grec di Barcellona e le esperienze in Corea del Sud e nei Paesi Bassi, è approdata in Toscana come parte del programma culturale promosso dall’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese.

Accanto ad Aymar, Montse Colomé, coreografa e danzatrice responsabile dei movimenti scenici, Júlia Rabadan, artista visiva e video-designer che ha curato immagini e proiezioni, e Laura Fatini, regista, drammaturga e direttrice di progetti di comunità che ha ricoperto il ruolo di direttrice artistica associata. La produzione esecutiva è stata affidata all’Associazione Aquilegia.

Per sette giorni le partecipanti al progetto – donne dai 19 ai 79 anni, della Valdichiana Senese e non solo – hanno condiviso racconti, emozioni e riflessioni, lacrime e sorrisi, costruendo insieme il percorso che ha portato alla restituzione teatrale presentata il 30 novembre agli Ex Macelli di Montepulciano.

Il processo creativo di “100Donne” è stato collettivo e capace di intrecciare teatro, arti visive, musica e danza per dare voce alle esperienze femminili. Non un semplice spettacolo, ma un percorso di partecipazione attiva, dove le donne coinvolte sono diventate protagoniste di una narrazione corale che ha messo al centro vissuti personali, domande, memorie e sguardi sul presente. La drammaturgia si è composta attraverso l’assemblaggio delle risposte a una serie di domande poste durante i tre mesi di produzione: un metodo che ha permesso di raccogliere pensieri, ricordi e sensibilità differenti, trasformandoli nell’ossatura narrativa dello spettacolo. In modo implicito, ogni partecipante è diventata autrice dell’opera grazie al contributo della propria unicità. Donne di età, storie e provenienze diverse sono state invitate a sentirsi parte di un racconto più grande, capace di unire territori attraverso un legame internazionale tutto al femminile. Ogni voce è risultata preziosa, e l’impegno quotidiano delle partecipanti ha rappresentato un’occasione di crescita collettiva.

L’esperienza condivisa delle partecipanti ha favorito la nascita di legami profondi tra persone apparentemente lontane per età, vissuti e sensibilità, capaci di trasmettere energia, creare legami autentici e scambi sinceri. Il profumo di mandarino ha accompagnato i pomeriggi di prove e i versi di “Combattente” di Fiorella Mannoia sono stati capaci di addolcire anche i momenti più forti e intensi della vita delle donne. Ogni donna, ognuna con la sua storia, si è unita all’altra sotto un denominatore comune: la cultura come motore di una comunità che, quando si riconosce e si unisce, può costruire nuovi immaginari e nuove possibilità.

Inclusione, dialogo, riconoscimento reciproco e bellezza sono state le direttrici su cui si è mossa la drammaturgia di un progetto che, fino ad oggi, era stato realizzato esclusivamente in grandi città. Avere nel nostro territorio una progettualità del genere significa essere una realtà diffusa, in cui ogni Comune contribuisce a costruire un’entità unica, non solo nei servizi, ma anche nell’offerta culturale e artistica.

Con “100Donne”, l’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese ha rafforzato il senso di appartenenza favorendo il dialogo intergenerazionale e interculturale. La creazione condivisa si è trasformata in un vero atto di comunità: un modo per riconoscere, attraverso il linguaggio del teatro, la forza delle storie quotidiane e il loro potere di generare cambiamento sociale. “100Donne” è stato uno dei progetti più significativi di Valdichiana2025 perché ha messo al centro le persone e la capacità della cultura di unire le comunità. L’esperienza ha dimostrato come il territorio sappia essere innovativo, inclusivo e aperto alla collaborazione internazionale. Il percorso che ha arricchito l’intera Valdichiana Senese, portando in scena la bellezza e la complessità delle sue storie.

Un accento sul colore grigio degli abiti di scena

Domanda: “Perché eravate tutte vestite di grigio?

Risposta: “Perché il grigio è il colore con più sfumature, si trova a metà tra il nero e il bianco, è elegante, è associato alla resilienza e alla capacità di restare fermi anche nelle situazioni più complesse, ma viene anche utilizzato come sfondo e supporto per far risaltare i colori più vivaci”

Photo: @giacomobai

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