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Toscana, approvata la legge sull’Albergo Diffuso

Toscana, approvata la legge sull’Albergo Diffuso

Un nuovo modo di fare turismo e di valorizzare il patrimonio storico nei piccoli borghi rurali o nei centri storici: l’albergo diffuso

Il Consiglio della Regione Toscana ha approvato la legge che istituisce e disciplina l’attività dell’albergo diffuso, un’impresa ricettiva situata in un centro storico o in un borgo rurale, formata da edifici diversi, ma che presenta una gestione unitaria delle attività e dei servizi.

Con questa legge, la Toscana punta a rivitalizzare i piccoli centri storici attraverso un sistema turistico diffuso e di qualità, senza nuove costruzioni (dunque senza alcun impatto ambientale), ma utilizzando gli edifici esistenti come potenziali strutture ricettive.

È stato Pier Paolo Tognocchi (Pd), primo firmatario della proposta di legge, ad illustrare il testo. Obbiettivo: dare una risposta ad una domanda di turismo sempre più diversificata, che cerca la dimensione del piccolo borgo, la sua ricchezza culturale, la possibilità di far parte, seppure per un breve periodo di tempo, di quella comunità. La legge punta a rivitalizzare i piccoli centri storici, senza aggiungere nuove costruzioni, ma mettendo in comune quello che è già disponibile, dalle stanze di appartamenti fino ai bed and breakfast.

Il vicepresidente della commissione Svilupo economico Nicola Nascosti (PdL) ha sottolineato il lavoro svolto proprio in commissione, che ha permesso di giungere ad un testo molto diverso rispetto all’originale. Secondo Marco Taradash (PdL) il lavoro in commissione è stato molto attento a non introdurre limiti e vincoli eccessivi, che avrebbero finito con il vanificare gli obbiettivi della legge.

“La qualità dell’offerta è importante in una regione che vede l’8% del Pil costituito dal turismo – ha osservato Marco Manneschi (IdV), annunciando il voto favorevole – È necessario mettere mano al testo unico, in particolare sulla classificazione delle strutture ricettive. Un livello scarso non è nell’interesse della Toscana”.

Il voto di astensione è stato annunciato da Marina Staccioli (FdI), perché alcuni suoi emendamenti per delimitare l’iniziativa in termini geografici, lontano dalla costa, e nei comuni al di sotto dei cinquemila abitanti non sono stati accolti.

La presidente della commissione Sviluppo economico, Rosanna Pugnalini (Pd) ha precisato che la commissione ha cercato di dare alcune risposte alle osservazioni delle associazioni di categoria, sia in termini di distanze, sia in termini di localizzazione, ma una definizione più stringente dei criteri rischiava di entrare in conflitto con norme nazionali. A suo parere, però, saranno i comuni montani a beneficiare delle opportunità offerte dalla legge.

«Abbiamo approvato la legge che istituisce anche in Toscana il cosiddetto “albergo diffuso” – ha affermato Pugnalini -, un nuovo modo di fare turismo e di ravvivare il patrimonio storico esistente nei piccoli borghi rurale o nei centri storici. Un modello di accoglienza rispettoso dell’identità dei luoghi che, funzionando grazie alle strutture esistenti, crea soluzioni ricettive senza impatto ambientale. Un’occasione per i turisti di immergersi nella cultura e nelle tradizioni locali, godendo, oltre che dei servizi necessari, anche dell’accoglienza di un’intera comunità».

«Si tratta di un tipo di organizzazione dell’offerta ricettiva che potrà interessare anche molte aree della nostra provincia di Siena. La Toscana è famosa nel mondo per le sue città d’arte, ma anche per i suoi piccoli borghi rurali, per le tante frazioni che in questo modo possono trovare delle nuove vie per rivitalizzarsi. Questa legge – conclude Pugnalini – anticipa una prossima riforma complessiva della legislazione regionale in materia di turismo rappresenta un contributo normativo innovativo da parte della Regione Toscana anche rispetto alle regolamentazioni presenti nelle altre regioni italiane».

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