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Maker Faire 2014: scopri, inventa, crea

Maker Faire 2014: scopri, inventa, crea

La prima volta che mi parlarono dei Makers e del Maker Faire, nel lontano luglio 2014, rimasi un po’ interdetta, poiché non avevo la minima idea di cosa fossero. Un movimento culturale, anche se recente, mi era sfuggito da sotto il naso! Non appena avevo messo piede a casa, quella sera, internet era stato il mio fedele istruttore sull’argomento.

Prima di spiegare cosa sia un Maker, vi espongo il motivo di questo articolo: dal 3 al 5 ottobre si è tenuto il Maker Faire – The European Edition di Roma, e con gli occhi luccicanti di curiosità ho potuto ammirare le ultime innovazioni tecnologiche prodotte “in casa”.

Il Maker Faire è il più grande evento tecnologico del mondo, così riporta il sito dell’evento, ed è il luogo dove tutti i Makers sparsi per il globo possono riunirsi ed esporre e condividere le proprie invenzioni. Quest’anno a Roma si è svolta la seconda edizione, all’Auditorium, promosso dalla Camera di Commercio di Roma e organizzato dalla sua Azienda Speciale Asset Camera. Curatori della manifestazione sono stati Massimo Banzi, cofondatore di Arduino, del quale parlerò tra poco, e Riccardo Luna.

Che cos’è un Maker. In poche parole è un esperto “fai-da-te” della tecnologia. Appassionati di informatica, conoscitori delle pratiche ingegneristiche, modellatori di circuiti e robot, nonché intenzionati seriamente a sviluppare le conoscenze della Stampa 3D, i Makers costituiscono oggi un movimento culturale definito che punta all’innovazione tecnologica, ma dal basso. Il Maker, infatti, ha lo scopo di inventare e innovare cercando di rimanere nella sfera del “basso costo”, con licenze libere e sotto l’egida dell’open source. La condivisione del sapere potrebbe generare un cambiamento dell’economia globale, come afferma Chris Anderson, direttore di Wired Usa: «Una generazione di “makers” che usano i modelli innovativi del Web aiuterà la prossima grande ondata di cambiamento nell’economia globale perché le nuove tecnologie del digital design e della prototipazione stanno dando a tutti il potere d’inventare e creare “la coda lunga delle cose”».

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Foto di Chiara Magliacane

Infatti, nel corso della manifestazione ho potuto ammirare apparecchi elettronici che nel mondo delle grandi aziende pagherei uno sproposito. La possibilità di essere costruttori della propria tecnologia, invece, è meno lontana dal comune utente di quel che si pensa. Si tratta di acquistare la tecnologia base necessaria, e in seguito basarsi sul magico mondo del “fai-da-te”. Un pizzico di creatività, un poco di dedizione e di studio, e le nuove innovazioni possono essere accessibili. Non a caso il motto stampato a caratteri cubitali dell’evento è: Scopri, inventa, crea. Uno stimolo alla creatività personale.

Purtroppo, parlare di tutto ciò che era presente alla manifestazione è impossibile. Non solo la quantità di stand era ingente, ma la curiosità spingeva a rimanere a parlare presso ogni singolo innovatore più del dovuto. Voglio quindi parlarvi di tre cose, quattro se si considera un secondo articolo specifico che uscirà la settimana prossima sulla tecnologia UDOO, di casa senese. Ma per farlo darò voce alle interviste raccolte, e quindi ai diretti interessati presenti negli stand preposti.

1) ARDUINO.

Arduino è sia un software, che un hardware; è una scheda open-source facile da usare. Ce ne sono di vari tipi, per diversi utilizzi. La scheda, appena la compri, è come se fosse un computer nuovo, è vuoto e non ci sono programmi. Nel caso di Arduino i programmi diventano gli output che permettono di stimolare la scheda attraverso codici di programmazione. Arduino è fatta per interagire con il mondo fisico, risponde a stimoli e attraverso i codici li invia al computer collegato alla scheda. La domanda più frequente che ci fanno è: Cosa posso fare con Arduino? Ma la risposta giusta è: Dipende da cosa ti piace e da quali sono i tuoi interessi. Perché ci puoi fare tutto. Qui c’è la stampante 3D, che attraverso vari strati di stampa crea delle forme semplici.

L’idea di Arduino: è stato inventato da cinque appassionati, due italiani, due americani e uno spagnolo, in una scuola di Interaction Design a Ivrea, che ora ha chiuso. Quello che ci ha creduto di più, e che ha spinto più il progetto è stato Massimo Banzi. Il risultato finale ha permesso di fornire all’utente una sorta di coltellino svizzero dell’informatica: viene un’idea, si può fare. Ad esempio una lampada, o un sistema per dar da mangiare al gatto. C’è davvero tanta possibilità per essere creativi.

Il sito a cui fare riferimento per Arduino è: http://www.arduino.cc/.

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Foto di Chiara Magliacane

2) TEAM DARE.

Team Dare è un team composto da ingegneri entusiasti e specializzati che condividono una passione comune: costruire robot! Un progetto iniziato nel 2001 a Eindhoven, con la nostra prima gara di robotica all’università. In seguito abbiamo continuato a sostenere competizioni del genere. Cinque anni fa abbiamo cominciato a costruire i primi strumenti fatti interamente da noi: all’inizio la batteria e poi via seguendo siamo arrivati a costruire altri strumenti come la chitarra, e ora anche un flauto di pan elettronico. La band “robotica” possiede un repertorio di centinaia di canzoni di tutti i generi musicali e può essere programmata per gestire la musica in sottofondo di una cena, di un festival, o di un qualsivoglia evento.

Per esempio, ecco un piccolo estratto di una performance al Maker Faire Roma 2014:

 3) FABLAB IVREA. Si parla qui, invece, di droni. Magnifici droni costruiti in modo tale da migliorare sia l’equilibrio di volo, sia la sicurezza. Non solo, la durata della prestazione e il peso dell’apparecchio. Ecco le innovazioni che Fablab Ivrea ha apportato a questi utilissimi robot volanti:

 – Arducluster: Drone Redoundance Security System. Si tratta di una scheda elettronica che gestisce il parallelismo di due fly controller anche di tipologie differenti. Si installa su qualsiasi mezzo mediante il kit di retrofitting da noi fornito soddisfando gli attuali requisiti di sicurezza. In caso di anomalie questo sistema non autorizza il volo, e gestisce il passaggio automatico o manuale, tramite telecomando, in caso di avaria del sistema di pilotaggio principale, garantendo il controllo del mezzo in ogni caso.

 – Arduemergency: Drone Security Remote Control. Si tratta di un modulo di completamento per Arducluster, è un sistema radio di lunga portata, composto da un telecomando a tre pulsanti, che il pilota tiene a portata di mano, e un analogo ricevente da installare a bordo del drone. Un link automatico verifica ogni sei-otto secondi l’integrità del collegamento radio, e avverte il pilota in caso di interruzione della comunicazione. In caso di perdita di controllo del mezzo, permette lo spegnimento immediato dei motori e l’attivazione di un paracadute di emergenza.

Per informazioni tecniche e commerciali si può scrivere a: info@fablabivrea.it.

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Foto di Chiara Magliacane

 In conclusione, in linea con lo spirito del Maker Faire 2014, della licenza libera e dell’open-source, riporto queste parole di Massimo Banzi:

Non c’è bisogno del permesso di nessuno per fare grandi cose.

 

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