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Esperienze di quarantena: il lockdown per gli ultimi

Esperienze di quarantena: il lockdown per gli ultimi

I mesi di lockdown hanno messo alla prova la maggior parte degli italiani. L’interruzione improvvisa dei rapporti sociali, l’isolamento forzato tra le mura di casa, le ansie per il virus, il dramma del lavoro e l’incertezza per il futuro si sono rivelate sfide che tutti (o quasi) hanno dovuto affrontare. Ma queste difficoltà non sono state uguali per tutti.

Ambulanti e migranti sono solo alcuni di coloro che possiamo definire “gli ultimi”. Per queste persone, con pochissima disponibilità economica e senza la possibilità di richiedere bonus o sussidi, sopravvivere alla quarantena è stata l’ennesima lotta per la sopravvivenza. Tra questi c’è Mustafà, un uomo sulla quarantina che viene dal Senegal.

Ogni mattina Mustafà parte da Pontedera, dove condivide un appartamento con la sorella, il suocero e due bambini piccoli, e raggiunge in treno la periferia sud di Firenze. Porta sempre con sé un borsone nero con dentro oggetti di uso comune, che spera di vendere ai passanti e ai clienti dell’edicola vicina.

«Faccio così da sette anni ormai» Mi dice da dietro la mascherina celeste. «Sono arrivato in Italia con l’aereo, dopo aver risparmiato e investito ogni cosa sul biglietto. Volevo trovare lavoro, darmi da fare, aiutare la mia famiglia, ma nessuno mi ha mai voluto fare un contratto regolare e oggi senza documenti sono costretto a vendere accendini, calzini, fazzoletti e ombrelli».

Durante il lockdown come hai vissuto?

“I miei risparmi, quelli di mio suocero e di mia sorella sono bastati appena per pagare l’affitto e il cibo. È stata dura. Per fortuna ho conosciuto un uomo gentilissimo, che vive a Firenze. Per tutti questi mesi mi faceva arrivare a casa un po’ di pasta, delle verdure, l’acqua.”

E ora?

“Adesso molte persone non lavorano, quindi comprano meno e mi lasciano meno monete. Prima guadagnavo 10€ al giorno, oggi due, tre, quattro.

Cosa farai?

“Ho bisogno del permesso di soggiorno, perché voglio lavorare, stare un po’ meglio e rivedere la mia famiglia che non vedo da troppi anni.

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