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A “Lezioni di Incendio” con Mario Castelnuovo, autore e sperimentatore

A “Lezioni di Incendio” con Mario Castelnuovo, autore e sperimentatore

Mario Castelnuovo è uno di quei cantautori apparentemente “meteore”, che sembrano scomparire nel rimosso del pubblico, ma in realtà portano avanti una carriera trentennale, che si è discostata dai valori riconosciuti dal mercato, spostandosi su un piano di approfondimento delle cifre testuali, divenendo autore, poeta e sperimentatore.

È molto legato alla Toscana, visto che sua madre è originaria di Celle sul Rigo, nel comune di San Casciano dei Bagni (località alla quale ha dedicato la canzone 160 Km da Roma), e più volte ha dimostrato il suo legame con Siena, dedicando un intero album del 1985 “È Piazza del Campo”, al capoluogo di provincia. Per lui, quindi, essere a Cortona, dove ha presentato “Lezioni di Incendio”, spettacolo che definirei “in prosimetro” si parva licet, il 1 Agosto 2015, internamente alla programmazione del Quinto Mix Festival, è come essere a casa.

Mi ha accolto, insieme ai miei colleghi di Radio Incontri – InBlu, con i quali ho curato speciali di approfondimento radiofonici sugli spettacoli dell’iniziativa cortonese, nel suo camerino con una splendida cordialità. Ecco le domande e le sue bellissime risposte.

Mario cosa significa per te tornare da queste parti?

Al di là degli aspetti familiari, venire qua da Roma – tornare non è un verbo legittimo, poiché c’ho passato veramente molto tempo – significa fare un bel viaggio in mezzo alle cose belle. Un’attenzione più particolare alla bellezza, rispetto a quella che si può avere in città. Questo tipo di bellezza dovrebbe essere il nostro petrolio. I luoghi meravigliosi che offrono le regioni confinanti con le nostre. In questo spettacolo cerco proprio di parlare di questo. Sì vabbè, sono belle le Seychelles, però prima di affrontare viaggi ai tropici dovremmo guardare meglio cosa c’è dietro casa.

Spostandoci a Roma; esiste secondo te una “scuola romana dei cantautori” attualmente?

Be’ al di là di Roma, internet ha creato un corto circuito. Indubbiamente. È vero che è uno strumento molto democratico, ma è talmente democratico da fungere spesso come inceneritore. L’ambiente di Roma va di pari passo con tutti gli altri ambienti da questo punto di vista. Quando ho iniziato la casa discografica RCA forniva i serbatoi per tutti i giovani cantautori.

Penso all’esperienza dei Q-Disc…

Esatto! Tutti noi giovani cantautori avevamo la possibilità di scambiarci le cose, fisicamente, spartiti e testi, collaborazioni. Era così che si creavano quelle che tu chiami “Scuole”. Oggi capisco che c’è internet ma non è la stessa cosa. Noi facevamo cose guardandoci negli occhi e questo è fondamentale quando per mestiere fai una cosa creativa.

Se diamo un’occhiata alla tua discografia ci accorgiamo un percorso che muove, negli anni ’80, da Sanremo, dal mainstream musicale, dalla hit-parade, e raggiunge poi negli anni ’90 livelli di intimismo, poetica di ricerca dei valori musicali e testuali, che quasi rifiutano ciò che hai fatto in precedenza. Sei d’accordo?

Certo. Esiste un momento nella vita in cui serve decidere chi vuoi veramente essere da grande. Vuoi rimanere in televisione, in classifica, oppure essere più descrittivo, non tanto nella creatività, ma proprio dal punto di vista della quotidianità. Io ho scelto la seconda opzione perché ho conosciute nel secondo percorso, persone con le quali mi trovo meglio, semplicemente. In questa epoca c’è bisogno dal punto di vista umano di stare più insieme. In questo spettacolo dico che questa epoca rifiuta la scienza del noi, invece tutti i più grandi momenti politici e rivoluzionari del passato sono riusciti perché tanti uomini si catalizzavano in una massa. Oggi vediamo una selva oscura di isolati che passano il venerdì e il sabato sera di fronte al computer, che stringono amicizie virtuali, che per carità vanno bene, ma sono molto meglio quelle nelle quali ci si riesce a dare la mano e guardarsi negli occhi, continuo questa strada perché come essere umano credo di essere più portato a questo genere di cose.

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