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Chiara in Chiana: Bravìo delle Botti, Corteo dei Ceri – Parte 2

Chiara in Chiana: Bravìo delle Botti, Corteo dei Ceri – Parte 2

Esistono tante forme di espressione culturale, ma alcune di queste esprimono maggiormente l’identità di un paese, di una città e di un popolo. A mio parere, le rievocazioni storiche sono una di queste. E’ esattamente da questo punto che voglio condividere con voi le mie riflessioni sul Bravio delle Botti 2014, in particolar modo sulla serata del 28 agosto, giorno del Corteo dei Ceri.

Il Bravìo è la festa nella quale più si riconoscono maggiormente gli abitanti di Montepulciano. L’identità culturale poliziana viene coltivata, rimodellata sulle orme delle proprie origini, e viene celebrato il legame con il passato, con la propria contrada, con il proprio territorio di appartenenza.

In un altro articolo ho parlato della percezione del territorio e di come questo possa influire sulla cultura, sul modo di pensare e sulle concezioni di una persona. Citando da quell’articolo, infatti, «la percezione individuale del territorio, per esempio, pur variando da persona a persona, mostra tutta una serie di comunanze tra individui che vivono nello stesso luogo». Pur divisi da contrade, l’identità culturale poliziana è collettiva, condivisa.

Ciò che si percepisce dall’esterno, inoltre, è la passione che aleggia nell’aria. L’interpretazione dei personaggi, il gioco dei ruoli, è completa e avvolgente. La passione della quale sto parlando è riscontrabile in particolar modo nei ragazzi, e nei giovani.

Ecco le parole di tre giovani sbandieratori, braccati dalla sottoscritta durante le prove generali in piazza Grande:

Siete emozionati per questa sera?

Sì! Non è la nostra prima esperienza, sono molti anni che siamo sbandieratori, da piccoli c’è il concorso dei piccoli sbandieratori, poi ogni anno si migliora, ma l’emozione c’è sempre.

Cosa vi piace di più di questo evento? Si sente la tensione tra contrade diverse?

Noi siamo due de Le Coste e uno di Voltaia. Durante il Bravìo sì, attriti leggeri ci sono, ma più che altro una grande amicizia! La cosa bella è che, poi, le sere che non si prova si è sempre insieme.

Questi, invece, i commenti di un gruppo di tamburini:

Che ne pensate dell”esperienza di quest’anno?

Faticoso, tanto faticoso quest’anno, però fa sempre piacere, è passione!

Da quanto fate i tamburini?

Tanti anni: io 10, lui [indicando] 15, lui 8.

Com’è la rivalità tra contrade durante il Bravìo?

C’è la rivalità, ma alla fine siamo tutti amici, noi siamo due di Voltaia e uno di Collazzi, però quando c’è la gara, gli sfottò ci saranno!! [ridendo]

Emozionati per stasera?

Il giusto, sentiamo molta adrenalina più che altro.

Corteo dei Ceri Bravìo delle Botti

Anche chi non fa parte del territorio e partecipa alla festa del Bravìo rimane affascinato dal contesto della festa. Parliamo della sottoscritta, rimasta con gli occhi attenti per tutta la durata della celebrazione, ma anche di un altro protagonista della serata, un ospite, Marco Castelli, musicista della compagnia di Danza Verticale, fondata con Wanda Moretti, coreografa del suggestivo spettacolo al quale si è assistito il 28 sera. Voglio fare, quindi, una parentesi dal discorso che si stava portando avanti, avendo colto l’occasione per fargli qualche domanda sul progetto.

«Il progetto è iniziato venti anni fa – afferma Castelli, – in collaborazione con Wanda Moretti che si era specializzata in questo genere di danza. Siamo partiti con movimenti semplici, poi negli anni abbiamo iniziato a fare coreografie con spettacoli sempre più complesse, e a girare l’Italia e il mondo. Le ballerine sono sempre le stesse, poi capita che nel tempo cambino, ma c’è bisogno di una formazione abbastanza complessa, e impegnativa. Dipende, poi, dal fatto che bisogna trovare le persone giuste, il che non è semplice: devono essere ballerine, danzatrici preparate, ma fisicamente dotate per questo genere di cose, e che non abbiano paura.

«Noi lavoriamo come nei balletti –continua Castelli, – la musica di accompagnamento si fa insieme, e deve essere adatta a uno spettacolo di danza verticale. Questa sera, per esempio, abbiamo realizzato il tutto in base al contesto di Montepulciano, con sonorità medievali approntate per l’occasione. Il posto, il Palazzo Comunale e il paese, sono meravigliosi. Belli, davvero».

A parentesi ultimata, in conclusione, la festa del Bravìo non è solo una festa medievale: sono contrade che si incontrano, ragazzi che si emozionano, che si appassionano; Montepulciano è la festa del Bravìo, e, a farne parte, c’è da esserne orgogliosi.

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