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Facebook festeggia 10 anni con un video. Sintesi “minimal” di una vita social.

Facebook festeggia 10 anni con un video. Sintesi “minimal” di una vita social.

Dal 4 febbraio 2004 molto è cambiato nel mondo della comunicazione, i libri erano ancora di carta, il giornalismo pareva, ancora, un mestiere che permettesse di girare il mondo, la disoccupazione non toccava i limiti record come adesso e non tutto passava per la rete, anche se quest’ultima costituiva già una parte importante nella mia vita.
Poi è arrivato un mio coetaneo statunitense, uno studente nerd, tale Marc Zuckerberg, che una sera, ubriaco, venne in mente la balzana idea di mettere a confronto le fotografie delle ragazze per cercare di fare colpo su qualcuna di queste, con effetti inizialmente disastrosi, e fu così che co-fondò il sito social più famoso al mondo: TheFacebook, come si chiamava in origine, e questo è ciò che racconta David Kirkpatrick nel suo libro The Facebook Effect, sulla nascita del social network più conosciuto.

La realtà, invece, racconta che all’inizio, il social network blu, doveva collegare la comunità degli studenti di Harvard, ma da lì a poco riuscirà ad avere 1,23 miliardi di utenti attivi ogni mese, quasi più di Google, dati che prima d’ora nessun motore di ricerca, sito o social aveva mai fatto registrare. Secondo un sondaggio svolto da “Pew Research Center”, su un campione di 5.173 persone, a leggere news su Facebook sono ben il 67 per cento degli utenti americani. Da due anni facebook si è anche quotato in borsa, e tale quotazione ha prodotto una forte suddivisione di quote fra i principali attori di questo importante cambiamento della web company: i fondatori, gli investitori e i fondi di investimento. Insomma una vera gallina dalle uova d’oro.

Questo in breve il riassunto di 10 anni vita di facebook, ma nel nostro quotidiano cosa è cambiato? Nella nostra vita sono entrati termini come “like”, “tag” e “chat”, all’inizio in punta di piedi, perché chi ti sentiva parlare così ti prendeva per matto, poi sempre di più fino a diventare termini da vocabolario. All’inizio facebook era un tabù, guai ad usarlo sul pc di università o ufficio, adesso invece lo porti anche in spiaggia sul tablet o smartphone e addirittura esistono corsi che ne esaltano le sue capacità.
Questo a dimostrazione che facebook è diventanto un pezzetto della nostra vita quotidiana, e anche chi all’inizio ne rinnegava l’esistenza, adesso non ne può fare a meno, forse lo usa molto più di chi glielo ha fatto conoscere. Voglia di condividere la propria vita con gli altri, può essere, fatto sta che adesso non facciamo più le foto per poterle stampare e metterle in album per poi guardarcele quando vogliamo, no adesso le facciamo per pubblicarle su facebook e taggarci amici, parenti, conoscenti e colleghi. Ma non solo questo, se ci lasciamo con il fidanzato, marito o compagno, prima lo diciamo a facebook, poi al mondo intero e poi forse al diretto interessato. Per non parlare poi degli stati d’animo, o del tempo che fa, insomma anche chi la mattina non si affaccia alla finestra sa benissimo che tempo fa in ogni parte del mondo.

Il network nato tra i teenager è diventato indispensabile anche per i nonni, sì perché è considerato uno strumento contro la solitudine della terza età. Quei nonni, all’inizio scettici, adesso fregano il pc ai nipoti per non sentirsi soli e forse sarà la volta buona che saranno i nipoti a spronare i nonni a non stare troppo davanti al computer. E se questo vi piace o no, non ha importanza, per voi parlano i dati: ogni secondo vengono aggiunti 41 mila aggiornamenti di status. Provate a visualizzarlo: ogni secondo, 41 mila persone raccontano come stanno. Di più: lo scrivono, lo dicono agli amici, lo immortalano per i posteri. E ogni minuto esprimiamo 1.8 milioni di “mi piace”, la vera sostanza di facebook. Basta che tutto sia social e che tutti sappiano il pensiero dell’altro.

Per ringraziarci di tutto questo i creatori di facebook non potevano non farci il regalo per i suoi dieci anni, e infatti, puntuale per i festeggiamenti è arrivato “A Look Back” un servizio che permette di ripercorrere la love story personale con il social network blu, dal momento in cui ti sei iscritto per la prima volta, allo stato con più “like”, fino alle foto delle vacanze di due estati fa e quelle appena pubblicate, con la possibilità di poterlo condividere. Il tutto in un video di un minuto circa, sintesi “minimal” di una vita social.

Che dire al sig.re Zuckerberg? Gli possiamo dire grazie per averci fatto diventare social? Certo, ma mentre noi ci tagghiamo nelle foto altrui, lui è diventato miliardario con i nostri stati d’animo e le nostre foto di estati passate, ma al sig.re Zuckerberg diciamo di inventarsi anche qualcosa di nuovo per mantenere un buon rapporto con i 1.23 miliardi di utenti per altri dieci anni. Non basta affidarsi e ad imitare altri social, o l’hashtag o trend topic per cercare di aggiudicarsi l’ultimo capriccio degli adolescenti per recuperare terreno perduto sugli utenti più giovani che scappano, il popolo di facebook ha bisogno di contenuti, ha voglia di essere sempre più social e di far vedere sempre più le proprie foto.

Così come la mente umana deve essere, e vuole essere, sempre attiva per non risultare una tavola piatta e un contenitore vuoto, anche lui non deve fare in modo che questo mostro di facebook, da lui creato, non finisca come una bolla di sapone!

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