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Cetona: “Il muro di Sobborgo”, Di Meo spiega come sono andate le cose

Cetona: “Il muro di Sobborgo”, Di Meo spiega come sono andate le cose

Riceviamo e pubblichiamo una nota del Sindaco di Cetona, Fabio Di Meo, dove interviene sulla questione del “Muro di Sobborgo”

“Sono di nuovo costretto ad intervenire su alcune notizie false e ricostruzioni pretestuose di fatti che si diffondono, ahimé, in questa campagna elettorale cetonese. La questione è quella riguardante il cosiddetto “Muro di Sobborgo” di cui ricostruisco la storia, limitandomi ai fatti.

Il muro di Sobborgo è un muro privato, di una casa e di una cantina privati. Il Comune non ha alcun titolo di proprietà su di esso, nessun obbligo dunque in teoria. Purtroppo questo muro ad un certo punto ha cominciato a cedere, minacciando di cadere. In una situazione normale, visto che il muro è di privati, il privato lo rimette a posto. Se si verifica un danno a casa nostra, o nel nostro giardino, il Comune non deve fare nulla ovviamente, siamo noi che ci mettiamo lì e lo ripariamo a nostre spese, non certo a spese della comunità. Banale ed ovvio fin qui no? Il muro è mio, privato cittadino, e lo rimetto a posto io e pago io.

Sfortuna volle però che il muro minacciasse di cadere in una strada pubblica, comunale, potendo mettere a rischio la sicurezza di chi passava di lì. Ed è solo per questo motivo, per nessun altro, che il Comune è intervenuto. Per difendere la sicurezza delle persone. Se il muro fosse stato tutto dentro una proprietà privata, senza minacciare una strada pubblica, non avrebbe dovuto intervenire nel modo in cui l’ha fatto.

In questi casi invece il Comune ed il Sindaco possono fare una sola cosa: un’ordinanza chiamata “contingibile e urgente”. Detto in parole povere ordinare ai privati di rimettere a posto il muro per evitare che qualcuno si faccia male nell’eventuale crollo, e comunque per avere di nuovo a disposizione la strada.

E il Sindaco ha emesso questa ordinanza subito, cioè a distanza di poche ore da quando si era constatato che il muro era in pericolo. In parole povere il Sindaco ha ordinato ai privati: “rimettete subito a posto il muro, perché c’è un rischio per le persone!”. Ovviamente ha dato un tempo per fare tutte le opere, obbligando però i privati nel frattempo a mettere tutto in sicurezza, in mondo che nel tempo necessario per realizzarle nessuno si facesse male. E uno dei privati ha messo dei puntelli, per sorreggere il muro e non farlo cadere. Puntelli che purtroppo non potevano che ostruire la strada. E comunque ribadisco che quei puntelli li ha messi il proprietario del muro, il Comune li ha solo rinforzati in seguito per effettuare le prove geologiche.

Scaduti i tempi previsti dal Sindaco per rifare il muro, ancora nulla era stato fatto. Il muro non era stato rimesso a posto. In questi casi il Comune deve sostituirsi ai privati che non hanno fatto ciò che dovevano, deve fare i lavori per conto loro, in nome della sicurezza pubblica, e poi fari rimborsare le spese. Ribadisco che il Comune si sostituisce non perché abbia un obbligo di per sé, ma perché i privati non hanno rispettato i propri, quelli stabiliti dall’ordinanza. Dunque il Comune deve fare i progetti ed eseguire i lavori e poi farsi rimborsare tutte le spese dai privati. Le spese alla fine devono essere fatte dai privati non dal Comune, che le anticipa e basta.

Anche in questo caso abbiamo cominciato subito a sostituirci, ma uno dei privati (il cui nome è agli atti comunali, ma che in questa sede evito di fare per non dare l’idea di una polemica personale) ci ha fermato. Ci ha, come si suole dire “fatto causa”, affermando che la colpa della caduta del muro fosse del Comune, in particolare colpa delle fogne che passano per via della Piaggiola, la via che sta in cima alla località dove si trova il muro. Si badi quando dico “ci ha fermato” intendo proprio che il privato ha obbligato il al Comune a non toccare nulla, a fermare qualsiasi attività, a stare fermo in attesa di fare le verifiche. Eravamo bloccati per legge. Come insomma se in un incidente stradale uno dei proprietari delle auto dicesse di non toccarle, di lasciarle lì ferme in mezzo alla strada in attesa che arrivino i vigili e la legge glielo consentisse, anche a costo di fermare il traffico per giorni.

Purtroppo ci sono voluti mesi, anni alla fine, per stabilire se era è vero o meno che la colpa fosse delle fogne del Comune. Questo tipo di cause durano tanto, e la nostra è durata davvero molto. Ma non certo per colpa o volontà del Comune, che anzi aveva tutto l’interesse a fare presto. Per fortuna alla fine la sentenza è arrivata e ha detto, senza alcun dubbio, che le fogne del Comune con la caduta del muro non c’entravano assolutamente nulla, e che su questo non c’erano dubbi. Si stabiliva dunque, nero su bianco, che il Comune non aveva responsabilità.

Ma come si sarà capito per arrivare a questo punto c’è voluto tanto tempo, ma cos’altro poteva fare il Comune? Non poteva andare contro la legge o contro le richieste di chi a quella legge si appella, non poteva non rispettare tutti i tempi e le procedure. Tra l’altro i privati in qualsiasi momento, anche oggi stesso, potrebbero decidere di adempiere gli obblighi rimettendo direttamente loro a posto il muro, come sarebbe normale, e liberando il Comune. Niente e nessuno lo impedisce, anzi è ovviamente ancora un loro obbligo in quanto proprietari.

Una volta arrivata la sentenza – prima non potevamo muoverci per precisa richiesta vincolante di un privato- abbiamo così ricominciato le attività necessarie per fare il progetto e realizzare l’opera. Le rilevazioni topografiche della zona, le indagini geologiche, e poi abbiamo realizzato la progettazione dell’opera. Tutte cose obbligatorie per legge quando lavora un Comune e che se non ci fosse stata la causa avremmo potuto fare molto prima. Adesso si andrà avanti con l’inizio dei lavori. Nel frattempo abbiamo cominciato a richiedere ai privati il rimborso delle spese.

Questo è ciò che accaduto, ognuno valuti secondo la propria coscienza se il fatto che il muro di Sobborgo è ancora con i puntelli è colpa del Sindaco e del Comune”.

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