Close
Close

Nessun prodotto nel carrello.

“Glenn Gould, l’arte della fuga” una prima nazionale degna di nota

“Glenn Gould, l’arte della fuga” una prima nazionale degna di nota

Sabato 27 Novembre al Teatro Mascagni di Chiusi ha debuttato “Glenn Gould. L’arte della fuga” dando il via alla stagione teatrale 2021/2022. Sono stati Caterina Simonelli, regista, e Marco Brinzi, attore, a portare in scena la prima nazionale. Una profonda emozione visto anche il previsto debutto ad Agosto poi cancellato per motivi legati al Covid19.

Il nuovo spettacolo della Compagnia IfPrana è però frutto di una residenza artistica risalente a Febbraio 2021 presso il Teatro Mascagni di Chiusi. Proprio in quei giorni Marco Brinzi e Caterina Simonelli si erano potuti confrontare fra di loro e con Andrea Cosentino, drammaturgo dello spettacolo. Ma “Glenn Gould-l’arte della fuga” deve la sua nascita anche all’appoggio della Fondazione Orizzonti d’Arte di Chiusi che da subito ha deciso di farsi promotrice di questo nuovo progetto artistico. Una prova di come l’arte è spesso mezzo di nuovi incontri e collaborazioni.

Il monologo ruota attorno all’eclettica figura di Glenn Gould, musicista canadese, conosciuto soprattutto per la sua carriera da pianista. Ma nel 1964, dopo una vita costellata di successi, Glenn decide di ritirarsi, o meglio, di non esibirsi più per il pubblico. Proprio da questa scelta nasce la decisione di costruire uno spettacolo che si focalizzasse sull’allontanamento volontario di un artista dal publico, in un periodo in cui questo allontanamento è stato tutt’altro che volontario. Una fuga, come recita il titolo, fatta seguendo le logiche di un’ arte che egli stesso aveva plasmato.

Sul palco Marco Brinzi porta in scena alcune delle persone che si sono imbattute in Glenn Gould durante il suo ultimo concerto. Personaggi ironici nello stile di Cosentino, che spesso celano pensieri più profondi: come mai un artista decide di abbandonare le scene? Cosa si cela dietro a una scelta così forte? Quale è il rapporto che c’è fra artista e pubblico e fra artista e successo? Queste alcune delle domande a cui i protagonisti dello spettacolo cercheranno di dare risposta.

Nell’ironia di Cosentino e dello stesso Brinzi lo spettacolo si distacca da quella che è la storia spesso vista priva di lieto fine di Glenn Gould. Ma a svelarci la vera essenza di “Glenn Gould-l’arte della fuga” è la regista Caterina Simonelli in un intervista fatta in vista della prima nazionale :

Glenn Gould era una persona estremamente intelligente e autoironica. Noi abbiamo cercato di rispettare questi caratteri costruendo una storia che può essere faticosa ma spesso non lo è grazie all’ironia stessa dello spettacolo. Il rapporto con il successo e con il pubblico è qualcosa di estremamente intimo, e soprattutto in un periodo storico come quello che stiamo vivendo è spesso una questione scottante. Cosa determina il tuo successo come artista? La compiacenza del pubblico o c’è qualcosa di più profondo, spirituale con l’arte che stai praticando. Ecco questi sono i temi che sì con serietà ma anche con leggerezza cercheremo di affrontare”.

L’attore Marco Brinzi ha invece spiegato la decisione di aggiungere nel titolo la frase “l’arte della fuga”:

“Il rimando alla fuga è dato in primis per il titolo di un’opera di Bach, di cui Glenn Gould è visto come il maggiore interprete esistito. Devo però dire che mi piaceva portare al pubblico un’assonanza fra la biografia dell’artista e il momento che stiamo vivendo. In un periodo in cui tutto sembra essersi fermato forse l’arte, e in questo particolare caso il teatro, sono una via di fuga importante. È un doppiogioco che si è formato e che si forma quando andiamo in scena fra noi attori e il pubblico, la fuga di chi interpreta e di chi osserva. E’ nato così “l’arte della fuga” prima per un gioco di parole e poi per una necessità”

“Glenn Gould-l’arte della fuga” subito dopo la sua prima nazionale è stato portato in scena a Roma presso il Teatro Villa Pamphilj. Due serate di grande successo che denotano l’autenticità e la particolarità di uno spettacolo che non vediamo l’ora di potere guardare su altri palchi d’Italia e non solo.

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

Close