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Quando il criminale fa business

Quando il criminale fa business

“Schettino che insegna la gestione del panico? E’ come se La Sapienza avesse chiamato Dracula a tenere un corso sull’anemia”. È stato questo il commentato del capo della protezione civile, Franco Gabrielli alla notizia del comandate Schettino all’Università alla Sapienza di Roma.

Con un po’ di sconcerto e un po’ di incredulità, i giorni scorsi abbiamo appreso questa notizia, l’ex comandante della Costa Concordia è salito in cattedra per una lezione sulla gestione del controllo del panico presso la facoltà di Medicina dell’Università la Sapienza di Roma. Verrebbe da dire: mai persona è stata più adeguata e ovviamente nessuno sapeva della sua presenza all’Università, solito cruccio tutto italiano, nessuno sa mai niente.
Ma la notizia dove sta? Nel fatto che nessuno sapeva niente? Nel fatto che Schettino ha tenuto una lezione sulla gestione del panico (lui che abbandonò la nave)? O il fatto che un criminale, come viene definito, possa tenere le lezioni all’Università?

Ecco, la notizia sta proprio in questa ultima domanda, come può l’autore di una delle più grandi tragedie del mare, dopo il Titanic ovviamente, tenere una lezione di vita? Il comandate Schettino è solo l’ultimo di una lunga lista; a salire in cattedra per dispensare consigli più o meno opinabili, a scrivere libri, a ad andare a feste e party, è in buona compagnia. Sembra che per insegnare qualcosa a qualcuno ed essere presi da esempio, si debba uccidere, rubare, fare del male e commettere crimini.

Alcuni esempi? Schettino professore, Amanda Knox scrittrice, Erika ed Omar esempi per un musical. Sembrano barzellette ma invece è la verità e soprattutto è la REALTA’.

Amanda Knox, la studentessa americana accusata di essere la responsabile del delitto di Meredith Kercher nel novembre 2007 a Perugia, da fine luglio ha iniziato a lavorare in una grande casa editrice di New York. Fresca di laurea in writing, conquistata presso un ateneo di Seattle, e fresca di successo del suo libro «Waiting to be heard», che racconta la sua vicenda personale e uscito solo negli States, ha gentilmente scippato un posto di lavoro che poteva essere occupato chi invece ha sempre vissuto nel rispetto della legge.

Erika ed Omar, i fidanzati di Novi Ligure che uccisero madre e fratellino di lei, ricompaiono in un musical, o meglio vengono presi come modello per un musical. Tobia Rossi, ovadese di 28 anni e Francesco Lori, vocal coach di tanti cantanti e attori italiani, hanno deciso di mettere insieme un musical con un argomento tutt’altro che leggero e sollevare una riflessione su come le tragedie familiari diventino materiale di spettacolo. Ok, i fidanzatini centrano fino ad un certo punto, ma in qualche modo si va a toccare e riaprire una triste pagina di cronaca italiana. Non era meglio fare dei semplici e puri riferimento a persone o a fatti casuali?? No, perché il cattivo reale attira di più!

E poi Pietro Maso e Pietro Vallanzasca con centinaia di fan innamorate, per non parlare della signora che ha sposato il mostro del Circeo, per carità libera di scegliere chi amare, sui sentimenti non si discute, non possiamo che farle tanti auguri, ma magari poteva guardarsi meglio intorno, chissà da qualche parte ci sarà stato pure chi faceva per lei ed essere una persona per bene. Bah!

Il vero problema, però, è non il criminale in se, ma è chi per lui, lo vezzeggia, lo porta in giro, alimenta la sua figura e lo fa passare come modello. Perché accade questo? Forse perché il criminale fa business e su di lui vengono costruite delle vere e proprie campagne di marketing strategico. Potrebbe essere la soluzione più giusta! Tutto si rapporta al ritorno economico e quindi pubblicità per l’Ateneo, pubblicità per la casa editrice, pubblicità per un musical, pubblicità per tutti purché porti guadagno.

Ma dove è finito il rispetto? Oggi ci vorrebbe più sensibilità per le cose e i sentimenti altrui, l’attenzione per le vittime e per le proprie famiglie. Questo sì che farebbe bene a tutti! Basta avere un po’ di buon senso e avvolte imparare dai nostri errori.

Non tutti però riescono a pensare in questi termini! Per fortuna però, la Sapienza sembra aver capito e non ha gradito la pubblicità fatta da Schettino. Adesso in caduta libera non c’è solo il comandate della Costa Concordia, ma anche il professore Vincenzo Mastronardi, docente di psicopatologia forense nell’ateneo, e colui che ha reclutato Schettino per la lezione, definita poi poco logica, poco didattica e con poche opportunità. Miglior definizione non poteva esserci: scusate ma cosa ha di logico uno che ha abbandonato la nave e va a spiegare la gestione del panico? Cosa c’è di didattico in una persona che non ha insegnamenti da dare, o almeno non era stato chiamato per spiegare quello che Schettino avrebbe dovuto sapere? E per le poche opportunità, non sono d’accordo, perché Schettino un’opportunità ce l’aveva, quella di rimanersene a casa, ma NO!, lui ne ha approfittato anche questa volta per dimostrare il suo valore.

Un episodio sconcertante, come è stato definito dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che, aggiungo io, rammenta che ancora in Italia ci sono tante cose che devono essere cambiate, primo su tutti far spiegare le cose a chi ne sa veramente, puntare ancora una volta sulla qualità e non sulla quantità.

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