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“Tacabanda” a Sarteano: le interviste

“Tacabanda” a Sarteano: le interviste

Domenica 8 novembre presso il Teatro degli Arrischianti di Sarteano è andato in scena “Tacabanda”, un racconto musicato per attore e orchestrina di fiati che rappresenta l’ultimo tentativo di un musicante di dare senso alla propria carriera e di trovare qualche risposta per la propria vita. Nello spettacolo di Matteo Pelliti e Manfredi Rutelli, il ruolo del protagonista è affidato a Gianni Poliziani, le musiche eseguite dal vivo dalla Filarmonica G.Puccini di Montalcino, diretta dal Maestro Luciano Brigidi.

Ecco le interviste realizzate al termine dello spettacolo: cominciamo con l’attore Gianni Poliziani.

Chi è Il Maestro Cosimo Valdambrini?

“È un maestro di grande qualità, di grande talento. Solamente che ha un’altra faccia; è uno sfaccendato, un bugiardo, che lungo la sua vita si è arrabattato in più modi, cercando di raggiungere gli obiettivi con poca fatica. Lui stesso dice “Sono nato col talento; di fatica non se ne parla”. Ad un certo punto però si trova di fronte a una realtà diversa; non ha più lavoro, è solo, e ha bisogno di fare un provino per una banda municipale, in un paesino di provincia. È costretto a farlo. In questo paese inoltre, colui che ha ideato il provino, è una delle sue vittime di gioventù. Un ragazzo a cui aveva fregato il posto in un’orchestra, con un imbroglio. Però c’è un lieto fine; l’umiliato invece di vendicarsi, capisce che vuole valorizzare il talento del suo rivale, e Valdambrini stesso, dopo aver fatto i conti con il suo passato, capisce che la vita è in queste piccole cose; nell’essere puri e onesti, specialmente nell’arte.”

Vista la quantità di musica in questo spettacolo, una domanda che mi viene da porti è: quanto si può jazzare nella recitazione?

“In un testo come questo c’è molta libertà. È un monologo e quindi lo devi fare tuo. È scritto da Manfredi Rutelli e Matteo Pellitti basato sui racconti di un musicista. Quando provavamo, soprattutto i primi tempi, c’era la possibilità di cambiare delle piccole cose, aggiungere, togliere, modificare. Ecco, mentre per cambiare un testo di Pirandello devi avere la capacità e la legittimità per farlo, in un testo originale come questo, invece, sono offerti tanti spunti per “jazzare”. Queste occasioni sono molto divertenti poi, quando si ha pratica con il palco. È stato un piacere farlo insieme a un grande professionista. Sono stato insieme a Manfredi che è anche un vecchio amico; erano tanti anni che non lavoravamo insieme. Lui, come si dice “c’ha il mestiere bono”, ti sa trasmettere quello che vuole e lavorare assieme a uno spettacolo è sempre costruttivo.”

Manfredi Rutelli, regista e co-autore del testo, alla fine dello spettacolo, ha gentilmente risposto alle nostre domande. È stato preso al volo, nei camerini del Teatro degli Arrischianti, con l’adrenalina ancora in circolo, tra gli specchi e il bagno.

ArrischiantiSm

 

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