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Lutto cittadino per i funerali del pilota Andrea Antonelli

Lutto cittadino per i funerali del pilota Andrea Antonelli

Quattro giorni dopo la tragedia del Moscow Raceway che ha colpito il mondo del motociclismo, il corpo di Andrea Antonelli torna a Castiglione del Lago per i funerali. La cerimonia funebre si svolgerà nel pomeriggio, a partire dalle ore 18, presso il campo sportivo della frazione di San Fatucchio; a officiare la cerimonia sarà l’arcivescovo emerito di Perugia monsignor Giuseppe Chiaretti. Per volontà dei genitori, la camera ardente sarà allestita nella chiesa parrocchiale di Macchie, la stessa dove Andrea Antonelli venne battezzato. Sono molti i piloti e i dirigenti sportivi attesi alla cerimonia.

Il presidente del Coni Malagò ha annunciato che nelle manifestazioni sportive del prossimo weekend sarà osservato un minuto di silenzio Per commemorare la scomparsa prematura del pilota, il comune di Castiglione del Lago ha proclamato per la giornata di giovedì 25 luglio il lutto cittadino. Uffici e negozi saranno chiusi dalle ore 15 in segno di rispetto, per tutta la durata dei funerali di Andrea Antonelli. Anche le feste locali in programma sono state sospese per la serata di giovedì 25, per onorare la memoria del giovane pilota.

Queste le parole del sindaco Sergio Batino nell’ordinanza del comune:

«Ritenendo conforme ai sentimenti della popolazione di Castiglione del Lago la partecipazione della comunità alla tragica scomparsa del pilota castiglionese Andrea Antonelli, che ha suscitato unanime dolore e profonda commozione, in considerazione del profondo legame e dei diffusi e radicati sentimenti di affetto ed ammirazione e della prevedibile diffusa adesione alle esequie legate all’evento luttuoso, che ha suscitato commozione e sentimenti di partecipazione a livello internazionale, amplificate dall’unanime riconoscimento delle sue conosciute doti umane, oltre che dal talento dello stesso dimostrato nella attività sportiva intrapresa fin da bambino con passione ed entusiasmo, si ravvisa la necessità di proclamare, in dipendenza del grave evento, il lutto cittadino in concomitanza dei funerali del pilota Andrea Antonelli, quale segno di cordoglio e di partecipazione dell’intera Comunità al dolore della famiglia»

«In tale circostanza gli esercizi commerciali presenti nella zona abbasseranno le saracinesche in segno di lutto, con l’eccezione dei bar e pubblici esercizi che, al contrario, sono invitati a svolgere regolarmente la loro attività per garantire i servizi essenziali. Per l’intera durata dei funerali, come sopra indicato, sono vietate nelle vie e nelle piazze adiacenti la zona in cui si svolge la cerimonia funebre, in particolare nelle frazioni di Macchie e Sanfatucchio, le attività lavorative che non siano finalizzate ai servizi della cerimonia medesima, ed in particolare quelle rumorose, quelle che possono intralciare l’afflusso delle persone e che comportano l’uso di veicoli per il trasporto materiali, che dovranno essere parcheggiati altrove. Sono, altresì, vietate le attività ludiche e ricreative e ogni altro comportamento che contrasti con il carattere luttuoso della cerimonia o con il decoro urbano. Le bandiere esposte negli edifici pubblici saranno listate a lutto»

Il padre di Andrea Antonelli, Arnaldo, ha invece espresso tutto il suo dolore durante il rientro della salma all’aeroporto di Fiumicino:

“Non sono bastate le mie preghiere: non volevo che tornasse oggi in Italia così; è il compleanno della sua mamma, pensate a come possiamo stare. Andrea era un grande ragazzo e pilota che voleva arrivare, non è riuscito a vedere realizzato il sogno che desiderava. Ho solo questo rammarico. Non mi sono reso conto prima di quanti amici avesse, che lo seguivano dappertutto e che lo apprezzavano oltre i risultati che riusciva a dare. L’ultima gara in Russia ha coinciso con il suo momento più felice: sentiva finalmente la possibilità di competere con gli altri. Non si parli del problema della pioggia, perché lui lo chiamavano lo ‘squalo’; voleva la pioggia perché pensava di potersi battere con i primi, non aveva paura, era contento quando veniva la pioggia. Non è quindi questo il problema così come non lo è chi lo ha preso: allora dico corri Zanetti per Andrea, io potrò vedere le gare ora per tifare per te: loro erano grandi amici. Non ho niente contro nessuno, né contro gli organizzatori della Superbike che sono stati gentilissimi, mi sono stati vicino. Andrea mi diceva: babbo, sono diventato famoso; ora non sono più il papà di Andrea ma di un ex pilota. Grazie a tutti”

 

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