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La Toscana Sud raccontata in Countryside

La Toscana Sud raccontata in Countryside

Nell’immaginario collettivo, quando si parla di rap, purtroppo si pensa subito all’estero o che tale genere musicale sia di appannaggio solo degli Stati Uniti, da cui sono emersi senza dubbio grandissimi rappresentanti per il genere, dai sobborghi fumosi delle sue grandi metropoli. Sappiamo bene come in Italia, a prescindere dal genere musicale, si sia affezionati a una bizzarra esterofilia, e che l’erba del vicino sia sempre la più verde. Trascurando dei talenti cristallini, e lo ripetiamo, questo a prescindere dal genere trattato.

Però non è sempre così – o meglio: non deve essere sempre così, basta ascoltare con orecchio attento e tenere d’occhio le realtà musicali più vicine a noi, senza per forza volare oltreoceano. E per fortuna che c’è la Toscana Sud a ricordarcelo (e non solo loro, sia chiaro!), che del gran rap genuino si può fare in Italia, e si può fare parlando della realtà che ci circonda, con grande efficacia, da un punto di vista dei testi e della qualità della produzione. Senza nulla togliere a nessuno.

toscana-sudGià ospiti graditi nelle nostre pagine, la Toscana Sud – lo ricordiamo – è un collettivo di emcee della provincia senese, che in “Countryside”, il loro primo album, raccontano sé stessi, i luoghi fisici e anche luoghi comuni con cui si confrontano quotidianamente, tra ironia, schiettezza e lodevole profondità. Partendo proprio dal singolo titletrack, di cui vi consigliamo la visione su YouTube, si parla della campagna, un ambiente che per un ascoltatore cresciuto a pane, rap e periferia di Detroit (o anche solo pane, rap e periferia di Milano), può spiazzare. Ma come detto, è solo un bene che ciascuno parta da ciò che conosce, e ne parli, senza peli sulla lingua. Se ne parla nel bene, come una realtà in cui ci si può rilassare e disintossicare da abitudini cittadine “piccola passa da me un giorno e ti rilasserai / non c’è Wi-Fi, non c’è Wi-Fi” e anche negli aspetti più stranianti e forse più fastidiosi: “sessanta vecchietti in coda alla posta e c’è solo uno sportello che apre / con tre famiglie nel raggio di duecento metri e dieci contrade”, “due discoteche che aprono e mettono il liscio di venerdì sera”.

C’è tutto e manca tutto nel mio countryside”: si può dire che questa sia l’idea cardine del disco. Solo che c’è tutto e non manca nulla, a livello di tematiche e di contenuti. Al di là della countryside, si parla anche di questioni personali e più intime – come in “Non Mi Fido”, o del senso di fratellanza che c’è nella “Family” e le relative problematiche nell’essere rapper in una realtà come la Valdichiana – ma è preferibile quella all’andare a X-Factor, come evidenziato in “Brillare nel Fango”. Si trattano anche questioni più profonde e intime come in “Baleniere”, dove si affronta la mortalità e la vita dopo la morte, con una profondità nei testi che può ricordare l’illustre Kaos One, parlando di ottime realtà nel rap. Interessante e trascinante la metrica terzinata su “le mie frasi ritornino in mente / mentire non serve”. In “Indietro”, dalle atmosfere più ragamuffin, si affrontano questioni più politiche e di attualità, affrontate anche nella dura “Mediaset”. Per fortuna, non c’è il pessimismo cosmico, e ipocrita, di certi blasonati “rapper”: un soffio di speranza verso il futuro e la vita arriva in “Aeroplani di Carta”, le cui atmosfere sfociano verso l’r&b. C’è anche dell’ironia, cruda ma saggia in “Prova Costume”, che tocca un argomento delicato soprattutto per le donne d’estate. Ma niente paura: “torna qua, tutto si aggiusterà, vuoi arrivare pronta ma, senza difetti sei anonima” ci rassicurano i nostri. Questi sono solo degli esempi delle tematiche di “Countryside”, che è composto da 19 tracce, tutte da scoprire e da ascoltare con attenzione.

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Musicalmente, le basi sono ben curate e potenti, di ottima qualità nella scelta dei suoni, e sono molto potenti soprattutto nei bassi: provare per credere, magari in macchina o su un buon impianto un brano come “Family”, “Guardaroba” (dal gusto piuttosto vicino alla G-Unit, come base, come quella di “Toy Story”), o “Brillare nel Fango”, dove è peraltro particolarmente apprezzabile il cambio di tempo in più punti. “Aeroplani di Carta” ha qualcosa che ricorda gli anni ’90 nell’arrangiamento. L’aspetto positivo è soprattutto la qualità complessiva, che vuole proiettare il collettivo dei Toscana Sud in un’ottica sicuramente non provinciale, ma più nazionale. Altrettanto apprezzabile è una certa varietà tra i brani, tra breakdown più moderni, suoni più tipici degli anni ’90, sfumature di ragamuffin e r&b.

Countryside” è quindi un’ottima prima prova da parte del collettivo senese, che al momento, è alle prese con la promozione della propria prima fatica. Profonda nei testi, ben curata musicalmente: per chi ama il rap italiano di qualità, è assolutamente da prendere e ascoltare a ripetizione.


Da non perdere: Countryside, Family, Baleniere, Brillare nel Fango, Guardaroba, Aeroplani di Carta, Prova Costume, Prima Pagina, Mediaset.


https://www.youtube.com/watch?v=97RBipHC9ho

 

https://www.youtube.com/watch?v=05yYQFFYAeg

https://www.youtube.com/watch?v=9mkRmVUvRRU

 

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