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I Maestri di Rotterdam raccontano le loro opere del Passkey Art Festival

I Maestri di Rotterdam raccontano le loro opere del Passkey Art Festival

Quattro ragazzi olandesi dell’Accademia di Rotterdam a Passkey art Festival, Donald Schenkel, Inouschka de Nooijer, Annette Tjho and Marinne van der Burgt, lo scorso sabato 4 ottobre, hanno esposto le loro tele sulle mura delle porte d’ingresso di Montepulciano.

Durante l’allestimento, i giovani Maestri, zaino da artista in spalla, con entusiasmo e soddisfatti dei loro lavori che li hanno tenuti impegnati tutta la settimana, hanno raccontato a La Valdichiana le loro opere e quali tecniche hanno usato per la loro realizzazione.

photo1“Abbiamo lavorato concettualmente, siamo stati invitati ad applicare il nostro modo di pensare e di lavorare, cercando di arrivare al confronto tra arte tradizionale e moderna. Lavorare concettualmente implica che l’artista cerca, prima, l’idea giusta e una volta trovata, il risultato finale è costituito dall’ intera opera, che non è la fine del lavoro, ma il cominciare a dipingere le tele”.

Che cosa c’è dietro la realizzazione di queste tele?

“Dietro alla realizzazione delle tele c’è un processo di grande ricerca, una scelta di quello da realizzare e una creazione, che poi è il prodotto finito”.

A cosa vi siete inspirati per la realizzazione?

“Le varie forme dipinte sono state definite in base all’analisi di alcune foto di Montepulciano e ai profili degli edifici. Queste forme sono state fuse in una composizione equilibrata, cercando di creare un’ intera immagine divisa poi in quattro tele. Le forme sono state dipinte con uno stile grafico, soprattutto usando il grigio e i colori scuri su uno sfondo di colore più o meno verniciato”.

photo4Cosa cercate di mettere in mostra nel vostro lavoro?

“Questo compito mostra lo stile di lavoro dell’Accademia di Rotterdam che è orientato soprattutto all’ambiente. Per noi è importante lavorare insieme, ma più importante è fare ricerca, quella ricerca che modella e che fa nostro l’eventuale materiale illustrativo”.

Indubbiamente le tele poste sulle porte di entrata di Montepulciano riescono a creare delle angolazioni cittadine particolari, non scontate e non consuetudinarie, ma originali e imprevidibili, riuscendo ad attirare la curiosità di tutti, cittadini e turisti, e suscitando in ognuno pareri ovviamente diversi. Sia i colori usati, sia i tratti stilizzati e ben definiti utilizzati, fanno sì che le opere si inseriscano con facilità nello scenario rinascimentale della città poliziana, senza creare un effetto impattante ma rendendo il tutto più colorato e trasformando così Montepulciano in un museo di arte contemporanea a cielo aperto.

Che esperienza è stata Passkey Art Festival?

“Passkey ci ha accolto con grande ospitalità, abbiamo apprezzato il calore e l’ospitalità di Patrizia e Claudio. Ci è piaciuto il fatto che l’artista olandese Agnes den Hartogh ci ha fatto conoscere il linguaggio e lo stile di vita in Italia. Anche Lei ci ha ispirato e ci ha aiutato con l’organizzazione del nostro lavoro. All’inizio ci siamo sentiti sopraffatti dalla bellezza della città di Montepulciano: i bellissimi edifici, torri, porte, scale e colori dell’ambiente ci ha ispirato per creare arte visiva per una delle porte. Inoltre siamo contenti che abbiamo potuto esporre nella chiesa di San Bernardino, insieme agli studenti Firenze. Abbiamo notato un modo diverso di lavorare e di visione dal nostro. Questo incontro tra tradizione e modernità ci ha aperto alla conversazione. Vorremmo continuare i nostri dialoghi con tutti gli studenti d’arte, in modo da comprendere l’altro e di imparare gli uni dagli altri”.

La Valdichiana fa i complimenti a questi ragazzi per il loro lavoro e per come hanno saputo cogliere nelle loro opere il concetto di Passkey Art Festival, ovvero quello di unire il tradizionale al moderno, lo storico al contemporaneo.

Ringraziamo Annette Tjho, Marianne van der Burgt, Inouschka de Nooijer and Donald Schenkel dell’Accademia di Rotterdam per averci svelato i loro trucchi e averci spiegato il loro modo di concepire lo spazio.

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