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Fotoclub Del Furia, sulle orme di Furio

Fotoclub Del Furia, sulle orme di Furio

L’Associazione Fotografica “Furio Del Furia”, più comunemente nota come il “Fotoclub Del Furia”, è una storica associazione di fotoamatori di Foiano della Chiana, fondata nel 1977. Nel corso di quarant’anni di attività, oltre a valorizzare il patrimonio fotografico di Furio Del Furia, ha svolto iniziative per la promozione della cultura fotografica rivolte al grande pubblico. Dal 2000, inoltre, il Fotoclub Del Furia organizza il festival Foiano Fotografia, che giunge quest’anno alla sua diciassettesima edizione e che è stato anticipato da un crowdfunding per la realizzazione di una mostra collettiva.

La nostra redazione ha incontrato tre membri del Fotoclub Del Furia, che ci hanno rilasciato quest’intervista sulla storia e sulle attività della loro associazione: Marcello Fatucchi, Valerio Paterni e Marco Sallese.

Quali sono le attività della vostra associazione? Che cosa fate per promuovere la cultura fotografica?

MF: “Il Fotoclub Del Furia ha quarant’anni di vita. Nel corso degli anni abbiamo organizzato mostre ed eventi, workshop e rassegne, partendo dai libri di Furio Del Furia e dalla valorizzazione delle sue opere. Abbiamo curato cataloghi dedicati al Carnevale di Foiano, allestito mostre personali di grandi autori, tante attività. E poi, sedici anni fa, abbiamo creato Foiano Fotografia, un festival che ci porta via tante energie, ma che restituisce tante soddisfazioni: negli anni a Foiano sono passati centinaia di fotografi di altissimo livello. Anzi, possiamo dire che tutti i grandi della fotografia italiana sono passati da Foiano.”

Potete farci alcuni nomi?

VP: “Non sarebbe corretto citarne soltanto alcuni. È necessario però fare un omaggio a Mario Dondero, che è stato a Foiano nel 2011; si tratta di un personaggio importantissimo della fotografia italiana, che purtroppo è venuto a mancare pochi mesi fa, quindi è doveroso rendergli omaggio.”

Quali sono le novità della prossima edizione di Foiano Fotografia?

MF: “Innanzitutto la raccolta fondi. Quest’anno abbiamo inventato una grande stampa di 180 metri che rappresenterà una mostra collettiva a soggetto libero. Abbiamo intitolato la campagna “Mettici la foto”, quindi accogliamo tutte le proposte: dai selfie alle foto d’autore, dal professionista all’amatore. Quest’idea è un nuovo modo per finanziare il festival e per restituire un maggiore valore a tutti i fotoamatori del territorio. Abbiamo mandato inviti ai circoli fotografici della zona per collaborare a quest’evento, può diventare una vetrina molto importante che rimarrà sulle mura castellane per oltre quattro mesi.”

Un’opportunità importante per i fotoamatori, quindi. Qual’è il vostro rapporto con i fotografi professionisti?

VP: “I fotoclub nascono per i fotoamatori. Poi tra i fotoamatori c’è chi esce e prova a far diventare la passione una professione. Negli anni, che io mi ricordi, sono tutti partiti dai fotoclub; poi ci sono professionisti che non hanno frequentato, che hanno fatto tutto da soli, però a partire dagli anni ’70 e ’80 sono tutti partiti dai fotoclub. Il fotoclub è la culla, la fucina della creazione del fotografo. Adesso non esistono più i fotoclub di una volta, soprattutto dopo l’avvento della fotografia digitale le cose sono cambiate. Non si parla più di fotografia, di storia della fotografia, dei grandi fotografi… oggi è cambiato tutto, alcuni club storici resistono ma la maggior parte sono spariti.”

Che cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione?

VP: “Ormai è impossibile. Se tu scatti settecento selfie al giorno, come posso farti capire che a monte c’è una storia della fotografia, parlare della nascita delle grandi agenzie fotografiche? Non ti serve, puoi fare le foto lo stesso e rivederle subito, non c’è più la passione del passato, oggi è tutta immediatezza. Magari dopo un corso di fotografia ti senti già fotografo, però non conosci i grandi fotografi del passato.”

Un futuro difficile, quindi, per la cultura fotografica?

MS: “No, anzi. Secondo me, quello che facciamo può essere utile anche per la cultura fotografica. Un festival come il Foiano Fotografia, aperto al pubblico, crea eventi per la divulgazione della cultura fotografica. Possiamo organizzare eventi aperti alla popolazione, anche un fotoamatore normale può vedersi esposto; vogliamo creare una stagione culturale dedicata alla fotografia, con laboratori, esposizioni per le vie del paese dell’archivio fotografico di Furio Del Furia, e tante altre idee. Il festival sarà un contenitore di tanti momenti che durerà per molti mesi.”

furiodelfuria
Furio Del Furia

Torniamo al Fotoclub Del Furia: com’è nato?

MF: “All’inizio eravamo un gruppo di amici, eravamo appassionati di fotografia. Abbiamo provato a creare un fotoclub, secondo l’esempio di altri club già nati in Italia. Abbiamo iniziato a organizzare mostre a livello regionale, poi nazionale… abbiamo scoperto e valorizzato Furio Del Furia, di cui quest’anno ricorrono 140 anni dalla nascita. Abbiamo collaborato con il Comune di Foiano, che possiede il suo archivio fotografico, per valorizzare il patrimonio culturale che ci ha lasciato.”

Chi era Furio Del Furia, e perché è così importante per Foiano?

MF: “Furio Del Furia era un farmacista di Foiano, nato 140 anni fa. Ha eredito dallo zio beppe la passione per la fotografia, quindi stiamo parlando della metà del XIX secolo, siamo agli albori della fotografia. Era un farmacista, e dopo il suo lavoro quotidiano prendeva la macchina e il cavalletto e andava a fare le foto. Lui era un grande specialista del ritratto, tanto è vero che molti suoi ritratti sono pubblicati da riviste dell’epoca come il Corriere Fotografico. Stiamo parlando di un fotoamatore evoluto, quindi, alle cui opere abbiamo dedicato due bellissimi libri. Le sue opere sono un patrimonio culturale importantissimo non solo nella storia della fotografia ma anche per la storia di Foiano e del territorio.”

Quindi possiamo dire che il fotoclub riunisce gli eredi di Furio Del Furia?

MF: “Sì, in un certo senso, siamo i suoi eredi.”

 

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