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“Per cambiare verso all’Europa servono riforme”. Intervista a Simona Bonafè

“Per cambiare verso all’Europa servono riforme”. Intervista a Simona Bonafè

“Il cambiamento in Europa va di pari passo con le riforme che l’Italia deve, e dobbiamo, fare. Non possiamo permetterci di fare come coloro che rimangono immobili o difendono le caste!”.

Sinoma Bonafè è ferma su questo punto, per migliorare l’Italia e il peso del nostro Paese in Europa servono le riforme. Il PD ha sempre sostenuto di voler cambiare verso all’Europa, ma questo è possibile solo mettendo in condizione il nostro Paese di essere più efficiente sia dal punto di vista istituzionale sia a livello economico, e in questo settore deve dimostrare di essere competitivo e di dare un’offerta al quel 70% di domanda di Italia che chiede tutto il mondo.

La Valdichiana ha incontrato Simona Bonafè per capire in quale direzione stiamo andando, se le riforme attuate dal Governo saranno sufficienti per cambiare verso al nostro Paese e all’Europa e come si può fare per incrementare l’identità europea degli italiani.

Le riforme che il Parlamento italiano sta cercando di attuare sono sufficienti per cambiare il peso dell’Italia in Europa?

“Noi, come Partito Democratico, ci siamo presentati in campagna elettorale per le europee dicendo che avremmo voluto cambiare verso all’Europa, perché l’Europa così com’è non ci piace. È chiaro che per essere credibili possiamo riuscire a cambiare l’Europa solo se siamo in grado di cambiare il nostro Paese. Il governo Renzi ha messo in campo un pacchetto di riforme molto ambizioso ma anche molto importante, che da un lato mira a rendere più moderno il nostro sistema istituzionale e più competitivo il nostro sistema economico, e dall’altro far acquistare all’Italia una maggiore credibilità e un maggior peso in Europa”.

Noi parliamo di Europa sempre sotto l’aspetto economico, ma nella pratica, quali sono gli strumenti che dovrebbero essere usati per migliorare l’identità europea. Cioè, come dobbiamo fare per sentirsi più europei che italiani?

“Bella domanda! – ride Simona – Io penso che la sfida che abbiamo davanti, oggi, è proprio quella di costruire l’Europa dei cittadini. Abbiamo costruito l’Europa economica, quella finanziaria dei banchieri e da oggi dobbiamo fare uno scatto diverso. Non possiamo pensare di mandare i ragazzi a studiare all’estero, fare l’Erasmus, che rappresenta ormai uno dei veicoli attraverso i quali si costruisce l’identità europea e poi dopo, questi stessi ragazzi non hanno opportunità di lavoro, di crescita e occupazione proprio in quel territorio che gli ha permesso di studiare.

L’Europa ha oggi 27milioni di disoccupati, un dato troppo alto. Ecco, l’identità europea si crea uscendo da questa politica dell’austerity che ha prodotto sostanzialmente crisi e disaffezione nei confronti dell’Europa stessa, e puntando di più sulla crescita. Cosa significa in soldoni? Significa fare come hanno fatto gli altri paesi, come gli Stati Uniti ad esempio, fare una bella politica di investimenti. Juncker, in questo senso, ha fatto un investimento specifico, che è quello di presentare un piano di 300miliardi di euro nei prossimi anni, ed io penso che sia da lì che noi dobbiamo costruire l’Europa del futuro. Ci deve essere un spazio di opportunità per tutti, perché se rimane solo un grande mercato, può anche servire, ma perde la sua funzione storica e la sua missione”.

Quindi per Simona Bonafè è utile e importante rivedere la politica dell’austerity, che in qualche modo sta rallentando l’Europa, e fare maggiori investimenti per aprire delle opportunità per tutti, rimettendo in moto il mercato globale.

Tre parole chiave per far cambiare verso a questa Europa.

Più lavoro! L’Europa deve dimostrare di essere solida, perché noi crediamo che il Patto di Stabilità è un patto che i Governi hanno firmato e che vada rispettato e non disatteso. L’altra parola chiave è solidarietà e qui ci metto dentro una politica dell’immigrazione che abbia un occhio verso chi fa i viaggi della speranza e spesso ci rimette la vita. In ultimo istruzione e formazione, perché penso che l’Europa del futuro la dobbiamo costruire e dobbiamo creare le condizioni perché Essa torni a investire in formazione, perché è da lì che passa lo sviluppo economico di ogni Paese e quindi anche dell’Italia”.

L’Italia non deve farsi dettare le regole dagli altri Paesi, deve essere Lei stessa a far cambiare verso all’Europa con le sue riforme, quei cambiamenti interni, utili, urgenti e necessari. Che guardino tra tutto anche ai giovani, costantemente ostacolati da iter burocratici lunghissimi, qualora decidano di investire in Italia, costantemente messi alla prova per far vedere le loro capacità e continuamente discriminati perché visti come una minaccia a quella casta sempre protetta e tutelata e che rende l’Italia immobile e vecchia.

E quindi ben venga l’investimento sul lavoro, sulla formazione e sull’istruzione, ma deve esistere anche una condivisione del sapere da parte di chi nel mondo del lavoro c’è già da tanto tempo ma pecca di innovazione, e da parte di chi, invece, aggiornato lo è, ma pecca di esperienza.

L’incontro con l’europarlamentare Simona Bonafè è avvenuto alla Festa del Pd di Torrita di Siena.

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