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La casa di paglia che si affaccia sulla Valdichiana: la storia di Martin Steiger

La casa di paglia che si affaccia sulla Valdichiana: la storia di Martin Steiger

Foto di Dario Pichini

Una casa che respira, calda d’inverno e fresca d’estate, dove non ci siano più problemi di umidità: si può dire che sia il sogno di tutti, un sogno che per Martin Steiger sta diventando realtà.

Martin Steiger, di nazionalità svizzera ma dagli anni ’90 residente in Valdichiana, tra Chiusi e Sarteano, sta costruendo una casa proprio con queste caratteristiche. Dov’è la novità? Nei materiali che sta utilizzando: balle di paglia e legno di pino bianco e rosso.

Sì, avete letto proprio bene, Martin sta costruendo una casa utilizzando balle di paglia.

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Martin sul terrazzo della casa di paglia

Incontro Martin nel suo cantiere a Cimbano, una località al confine tra la Toscana e l’Umbria, nei pressi di Chiusi, dove il panorama è da mozzare il fiato: colline che si perdono all’orizzonte, ai loro piedi il lago di Chiusi colorato dal sole del tardo pomeriggio.

La casa vista da fuori sembra una casa in costruzione normalissima, ma entrando si possono vedere i “muri” completamente realizzati con la paglia.

Martin, perché hai deciso di costruire una casa di paglia? Come la stai realizzando?

“Per rispettare l’ambiente. Questa struttura è fatta completamente con paglia e legno, unica eccezione sono le fondamenta che ovviamente sono in cemento per il discorso della stabilità; per il resto sono tutti materiali naturali. Per la costruzione io sto seguendo la tecnica Greb (groupe de recerges ecologique de La Baie), che viene dal Quebec ed è stata messa a punto da un architetto ed un ingegnere canadese e mette in relazione, secondo precise e collaudate azioni di messa in opera, quattro elementi: legno, paglia, malta e giunti metallici.

Metodo Post and Beam
Tecnica Greb

Martin mi spiega che ci sono varie tecniche per costruire le case di paglia: quella più antica arriva dagli Usa, più precisamente dal Nebraska di fine ‘800, che prevede balle di paglia autoportanti, cioè in grado di reggere da sole il peso del tetto.
Le balle vengono posizionate come grossi mattoni ed eventualmente fissate tra di loro e alla fondazione. Era il metodo tradizionalmente utilizzato dai pionieri americani, in quanto era veloce, sicuro e richiedeva minore materiale alternativo.

Metodo Matrix
Malta

Poi c’è il metodo post and beam, ovvero: la struttura portante è composta dal legno per sostenere il tetto, mentre le balle di paglia servono da riempitivo isolante. È un sistema che richiede conoscenze specifiche di carpenteria, ma assicura una miglior stabilità e fattibilità di progetto”. Infine il metodo Matrix. Quest’ultimo metodo è un ibrido tra l’uso di un materiale naturale, la paglia, e di uno moderno come il cemento armato, che viene utilizzato come riempitivo e come struttura portante. Nel sua costruzione Martin sta usando la malta, prevalentemente di calce aerea e allegerita con segatura che aumenta la traspirabilità e il potere coibente.

Le case di paglia rappresentano bene un vecchio detto: “Quello che para il freddo, para anche il caldo”. Infatti, nei mesi invernali la temperatura si mantiene costantemente sui 18-20 gradi, mentre d’estate dà un senso di piacevole refrigerio: aria sana e zero umidità. La naturalità dei materiali rende l’ambiente salubre, e questo si riflette sul benessere del corpo di chi abita la casa.

Martin, come sta procedendo la costruzione e chi ti aiuta?

“Sono aiutato dai miei amici. Ultimamente è uscita una legge che permette agli amici di contribuire fisicamente alla costruzione degli immobili, e così i miei amici mi stanno dando una mano nella costruzione. Posso dire che questo è il primo cantiere, per questo territorio, che opera con questa nuova legge. I lavori sono iniziati il 14 di agosto di circa un anno fa, abbiamo fatto una festa per la messa del primo palo e per me rappresentava finalmente l’inizio di quello che avevo sempre sognato. Ho lavorato fino a ottobre poi ho dovuto smettere a causa del brutto tempo e dell’arrivo dell’inverno. Quindi sono tornato qualche mese in Svizzera, poi sono tornato in Italia ad aprile e ho ripreso a lavorare”.

Martin in cantiere
Martin in cantiere

Il progetto è tuo?

“Per il progetto mi sono fatto aiutare da un architetto, mentre l’ingegnere mi ha fatto il progetto della tenuta strutturale. La casa sta in piedi con i pilastri e le travi, ma dal punto di vista sismico c’erano da fare degli accorgimenti. Il legno è un materiale elastico, la casa è molto leggera, l’onda sismica agisce sul peso e quindi fa molta meno resistenza. Ecco, loro mi hanno aiutato a sistemare questo aspetto. Diciamo che, in caso di terremoto, una casa di legno è più sicura di una in mattoni”.

Per quanto riguarda gli impianti, come pensi di procedere?

“Ho predisposto due scale, una esterna e una interna. Sotto quella interna realizzerò una stanza tecnica per gli impianti. La mia idea è quella di fare una casa autosufficiente, con pannelli solari, e gli elettrodomestici dovranno essere usati uno alla volta. Per quanto riguarda gli impianti idraulici, ho in mente di fare una sistemazione di fitodepurazione, ovvero dove sono le piante stesse a depurare l’acqua perché certe piante hanno dei batteri utili alla depurazione”.

Insomma, possiamo definirla una “casa green”?

“Assolutamente sì. Posso dire che è un modo di vivere che richiede un nuovo approccio mentale, è un vivere più intelligente, perché rinunciare alle comodità fa vivere con intelligenza. Purtroppo, negli ultimi cento anni noi uomini siamo stati un po’ egoisti con l’ambiente, non lo abbiamo rispettato per niente e infatti adesso ci sta presentando il conto; è arrivato il momento di cambiare e di portagli rispetto”.

Struttura della casa
Struttura della casa

Una curiosità che mi ha raccontato Martin durante la nostra lunga intervista è che il legno utilizzato per la costruzione della casa è un legno lunare: a seconda delle fasi della luna la linfa delle piante sale e scende, dalle radici alle foglie. Il legno viene tagliato un giorno prima della luna nuova, quando la linfa che si trova  nelle radici non ha fatto l’inversione di rotta per andare nelle foglie e l’acqua non ha avuto più la possibilità di rientrare nel legno, che alla fine risulta più asciutto e leggermente più duro. Per questo motivo il rischio che il legno sia attaccato da batteri o parassiti è molto basso.

Martin, se tu dovessi vendere questa casa quale sarebbe il suo prezzo?

“Il prezzo delle mura è il 20% più basso rispetto al normale, mentre il tetto, le fondamenta e gli impianti hanno il prezzo normale di vendita – Martin si sofferma un attimo e ride – E comunque non sono intenzionato a venderla: oltre al valore economico c’è il valore affettivo che mi lega a questa casa e al luogo dove ho scelto di costruirla. Con Cimbano è stato subito colpo di fulmine, sono innamorato di questo posto”.

Martin al lavoro
Martin al lavoro

Quando mi hanno proposto di intervistare Martin nella sua casa di paglia, mi è venuto subito da sorridere e ho pensato immediatamente alla fiaba dei “Tre porcellini” di Halliwell-Philipps, dove il porcellino più astuto e furbo era il terzo perché aveva costruito una casa di mattoni. Ma vedendo la casa Martin, fatta sì di paglia ma con intelligenza, rispettosa dell’ambiente e con le garanzie di una casa fatta di mattoni e calce, anche il lupo ci resterebbe male non riuscendo ad acchiappare la sua cena, e forse anche Halliwell-Philipps sarebbe costretto a rivedere il finale.

Ringraziamo Martin per questa intervista e per averci accolto nella sua casa di paglia.

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