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Adesso? Il momento è passato

Adesso? Il momento è passato

“In my humble opinion (IMHO)” si usava dire su internet qualche anno fa, per indicare un’opinione strettamente personale per evitare di far degenerare la discussione e mantenerla su toni pacati. Erano i tempi dei forum, è vero: poi sono arrivati i social network e a volte si confondono le opinioni con le verità assolute. I momenti passano, ed è necessario adattarsi ai nuovi contesti, soprattutto quando sono frutto di innovazione e rinnovamento.

Il momento è passato anche per i comitati “Adesso!” a sostegno di Matteo Renzi, a mio avviso. È passato circa un mese dalla ricostituzione dei comitati attraverso una rete nazionale , sulla scia delle primarie del Partito Democratico di due anni fa. Le parole della segretaria sono chiare «Ci siamo visti mettere i piedi in testa: noi abbiamo sempre spinto il carro e qualcuno per salirci sopra ci ha scavalcato. Ma il demerito è stato soprattutto nostro, perché molti di noi non hanno voluto partecipare alla vita del partito, ma se non partecipi non puoi cambiarlo».

Accanto a una lodevole iniziativa di maggiore apertura del Partito Democratico, di rilancio dei circoli online e di invito al tesseramento da parte dei simpatizzanti che non lo hanno ancora fatto, c’è ancora quella fastidiosa sensazione di blocchi contrapposti, di correntismo e di richiesta di ruoli per appartenenza e non per merito. Ancora più grave se a farlo è quella parte che ha messo la meritocrazia al centro del suo progetto politico.

2013
Il momento è passato anche per i capelli lunghi!

Sono stato tra i promotori dei comitati Adesso! in terra di Siena, due anni fa: una splendida esperienza di partecipazione e democrazia, che ha avvicinato tante persone alla politica e che ha portato notevoli risultati, nonostante la sconfitta iniziale. Per questo mi sento di far parte di coloro che hanno spinto il carro fin dalla prima ora, e non mi interessa se qualcuno mi ha scavalcato. Era quello che volevamo: diventare maggioranza, senza far distinzione tra i renziani della prima e della seconda ora. L’anno successivo l’esperienza si è trasferita nella fase congressuale, con la vittoria da parte di Matteo Renzi e la conseguente “scalata” al governo, che ha portato al successo elettorale per le europee e gli effetti attuali. L’esperienza ha quindi avuto un esito positivo, ha raggiunto il risultato sperato: il cambiamento di verso al partito e al governo. Da opposizione si è passati alla maggioranza, e adesso si lavora con serietà e responsabilità. In tutto questo, sono rimasto segretario di circolo del Partito Democratico a Montepulciano Stazione: lo ero prima dei comitati Adesso! e lo sono ora. Non ci vedo nulla di male in tutto ciò: i comitati non dovevano mica essere delle autostrade per la carriera politica personale, casomai per il miglioramento personale e collettivo di tutto il partito e di tutto il Paese.

Il momento è passato, quindi. Ricostituire i comitati Adesso! quando si ha in mano il Partito Democratico e il governo, con tutti gli oneri e gli onori che ne conseguono, non ha molto senso. Volevamo cambiare i contenuti della politica, non la forma: non volevamo sostituire una classe dirigente con un’altra, mantenendo inalterati gli errori del passato, le modalità di gestione delle cariche e dei ruoli. Per ottenere la meritocrazia è necessario accettare di essere scavalcati, a volte. Non possiamo chiedere il merito come criterio per la selezione delle cariche quando si è all’opposizione, e cambiare il criterio con l’appartenenza di corrente quando si è alla maggioranza: sarebbe il tradimento peggiore di tutti. Perchè assieme al consenso, quando si governa, serve anche la capacità.

Questo è il motivo principale per cui non ho aderito alla ricostituzione dei comitati Adesso! Non certo perchè ho rinnegato l’esperienza passata, anzi: credo che il mio impegno attuale all’interno del Partito Democratico sia la naturale continuazione di quell’esperienza e un’assunzione di responsabilità. Sostengo il governo Renzi, anche se digerisco male alcuni alleati di centrodestra.

Non ho bisogno di vassalli di Renzi che mi insegnino a essere renziano: ci riesco benissimo (o malissimo) anche da solo. Sono protestante anche in politica, mi piace ragionare da solo, senza intermediari. Tutti siamo capaci di confrontarci con documenti politici, con progetti, opinioni e proposte, senza necessità di un sistema feudale che cerchi di catalizzare il consenso. Altrimenti non è un rinnovamento, è una restaurazione.

Il momento è passato, come ho già detto. I comitati Adesso! sono entrati nel Partito Democratico e ne hanno assunto il controllo: se non l’hanno fatto nelle persone, in alcuni casi, l’hanno comunque fatto con il progetto politico: ed è proprio quello che volevamo. Non siamo più all’opposizione, siamo alla maggioranza, e chi dirige ha delle responsabilità. Me ne rendo conto, è più facile fare opposizione che governare. Per fare opposizione a volte basta fare un po’ di casino. Per governare non serve solo il consenso, ma anche la capacità. Attenzione, quindi, a non utilizzare i nuovi comitati Adesso! come forma di accesso a ruoli di prestigio personale utilizzando il consenso di Matteo Renzi, tradendo quel progetto politico che li ha animati due anni fa e che adesso anima il Partito Democratico. Se tutte le correnti si ritrovano nelle rispettive associazioni, chi rimane a guidare il PD? La responsabilità è di chi ha vinto il congresso, quindi la nostra. Rimboccarsi le maniche e lavorare, quindi. Chi agita il guinzaglio della folla è il primo a venirne morso.

Tutto questo, ovviamente, IMHO.

Ps: Domani partirà la Leopolda, la cartina tornasole del cambiamento politico di questo Paese. Quest’anno non potrò partecipare direttamente perchè devo rimettermi in pari con il lavoro dopo il viaggio di nozze, ma seguirò ovviamente l’evento attraverso i media online. Buona #leopolda5 a tutti!

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